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Il Fmi promuove l’Italia e Tremonti annuncia altri “decreti sviluppo”

IIl Fondo monetario internazionale sostiene gli sforzi del governo italiano per giungere vicino al pareggio di bilancio nel 2014. «L’economia italiana continua nella crescita – conclude il rapporto Fmi consegnato ieri al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti -; il consolidamento di bilancio e il rafforzamento della stabilità finanziaria rendono l’economia più solida e sono pre-requisiti per la crescita». Le valutazioni del Fondo sulla situazione economica e finanziaria del nostro Paese sono rassicuranti. Rispetto agli anni passati, la missione del Fmi guidata dal responsabile per l’Europa, Antonio Borges, riscontra un netto miglioramento per quanto riguarda la finanza pubblica e il settore bancario, ma anche sul fronte dell’economia reale.
L’Italia, commenta Borges, è on the right track, sulla strada giusta avendo compiuto «considerevoli progressi sull’aggiustamento dei conti pubblici». Il Fmi sostiene lo sforzo italiano per ridurre il deficit sotto il 3% del pil nel 2012 e per avvicinarsi al pareggio dei conti nel 2014. «Il bilancio strutturale è migliorato – si legge nel rapporto – e la spesa primaria corrente è cresciuta al ritmo più basso dalla metà degli anni ’90. Il trend positivo di bilancio – prosegue il documento – è continuato nei primi mesi del 2011». Per raggiungere l’obiettivo, l’aggiustamento deve basarsi sulla razionalizzazione della spesa pubblica. É inoltre necessaria un’azione decisa per superare il dualismo Nord-Sud. E una crescita più rapida è necessaria per creare maggiore occupazione.
Tremonti apprezza i commenti del Fondo, ricorda il decreto sviluppo varato la scorsa settimana e annuncia che non è finita qui: «Ci saranno altri decreti, cercando di ridurre la manomorta pubblica sull’economia. Abbiamo fatto riforme strutturali sul federalismo, sulla scuola, sulle pensioni; sappiamo – aggiunge – che bisogna andare avanti su questa strada, ma non basta un giorno e non basta un decreto».
Del resto, ricorda il ministro, la crescita economica non dipende da un solo soggetto, quello pubblico. «Dipende da molti soggetti, anche il privato, come il pubblico, può dare di più. Ad esempio – spiega – la questione dimensionale delle imprese è fondamentale». Intanto, ricorda Tremonti, negli anni di crisi il governo è riuscito a tenere non solo i conti ma l’intero bilancio dello Stato, «i grandi aggregati economici e sociali del Paese», ma anche il canale di finanziamento tra banche e imprese.
Commenti positivi giungono dal Fondo proprio sulla situazione del sistema bancario e finanziario del Paese, che può «rappresentare un modello per l’Europa». Le banche italiane sono «abbastanza solide», osserva Borges, il quale ritiene corretta la strada imboccata dal sistema per rafforzare la capitalizzazione. «I piani annunciati – conclude – devono essere attuati rapidamente, e le fusioni fra banche spesso sono il modo più rapido ed efficace per rimuovere situazioni di debolezza».

Fonte: Il Giornale del 12 maggio 2011

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