I politici italiani devono essere molto riconoscenti ai nostri giornali e alle nostre televisioni: i media si incaricano di fare un lavoro di dietrologia politica che asseconda perfettamente le loro strategie. Prendiamo il caso Grillo, che per mesi ha rifiutato di parlare con giornali e TV, insultandoli e accusandoli di essere megafono del potere. Questa rifiuto ha generato nei nostri media una gara a chi lo descriveva meglio, a chi infrangeva la barriera del diniego, a chi lo interpretava e cosi via. In questo modo, Grillo ha potuto godere di una campagna elettorale gratuita ed efficace.
La storia si ripete oggi con Berlusconi, che non compare più e si nasconde a Arcore o altrove. Questo ha generato pagine e pagine di supposizioni, basate su quanto veniva fatto filtrare, fino alle descrizioni patetiche di scenate irose e di depressioni, condite di cagnetto al seguito e di figli amorosi. Intanto i suoi fedeli si incaricavano di esprimere continuamente minacce di caduta di governo miste a rassicurazioni e richieste assurde di soluzioni politiche. Il Berlusconi assente e’ sempre più presente e può calibrare la sua azione sulla base della reazione degli avversari e dell’opinione pubblica così allertata.
Quand’e’ che i media italiani ci rappresenteranno la realtà così com’e’? Se uno scompare merita al massimo un trafiletto per dire che non si trova più e se ha qualche cosa da dire, a domanda risponda e non si affidi a illazioni fatte trapelare solo per essere poi smentite a piacimento. Fare il gioco dei politici non rivela grande autonomia, ma solo furbizia e opportunismo.
I politici ringrazino
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