A proposito di Ceravamo tanto amati di Ritanna Armeni
Vivremo come i banchieri e voteremo come gli operai, dicevano tra loro i borghesi nei primi anni di Weimar. I socialdemocratici, banchieri e operai, votarono contro Hitler, fu il rifiuto dei comunisti agli ordini di Mosca a consentirne la resistibile ascesa. Invece negli anni della nostra Seconda Repubblica, tra sinistra e popolo il ceravamo tanto amati è diventato reciproca antipatia. Per Ritanna Armeni la frattura è dovuta ai radical chic, a me pare che il fenomeno delle varie gauche au caviar fosse piuttosto il tentativo di recuperare in chiave estetizzante, e da posizione di subalternità, una leadership politica che si sente perduta. Frattura si ha invece, da noi almeno, quando la sinistra cerca di imporre di nuovo al popolo la propria leadership, il proprio linguaggio politically correct; quando allestetismo passivo sostituisce il moralismo prescrittivo, quando teorizza la propria diversità, leggi superiorità.
La linea di frattura corre sul piano simbolico, in primis della televisione, cattiva maestra privata contro virtuoso servizio pubblico. E quella tra chi frequentava lufficio di Mattioli in piazza della Scala e chi quello di Craxi in piazza del Duomo; tra chi era di casa al Mondo di Pannunzio e chi cantava sulle navi da crociera; tra chi rompeva i tabù con improbabili alleanze e chi sapeva praticare la bella politica. Tra chi chiedeva il voto degli italiani come sono, e chi al popolo per educarlo.
Lanticraxismo prima, lantiberlusconismo poi sono limpalcatura di costrutti politico-morali per usare lespressione di Ken Minogue che la sinistra ha cercato di far prevalere servendosi del popolo. Che ora, come dice Ritanna Armeni, non si riconoscono più. In tanti anni, quel costrutto ha acquisito una sua consistenza propria: ora alcuni considerano che senza di esso ci si perda, altri, parrebbe, che sia tra le cose da perdere per ritrovarsi. Sarà questa la posta della prossima battaglia nella sinistra?
I perche’ della reciproca antipatia tra la sinistra e il popolo
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