• lunedì , 23 Dicembre 2024

I lapsus (strumentali) di Fini

Quelli della mia generazione ricordano ancora le manifestazioni oceaniche del Pci nella seconda metà degli anni ’70, quando, nei cortei multicolori, i militanti scandivano con orgoglio, alla stregua di una giaculatoria rossa, i nomi di “Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer”, la sequela dei segretari del Partito, che restavano tali, fino alla morte (o la sopraggiunta invalidità) come i sovrani o i Papi.
Dopo la resistibile svolta del Fli a Bastia Umbra e l’accreditamento di Gianfranco Fini nell’Olimpo dei Libertadores,il popolo antiberlusconiano d’ora in poi urlerà all’unisono (ex fascisti ed ex comunisti, uniti nella lotta al perfido tiranno) i nomi dei nuovi punti di riferimento di stile e rigore: “Moro, Almirante, La Malfa, Berlinguer”. Ovviamente nessun socialista; non solo il discusso Bettino Craxi, ma neppure Pietro Nenni o Giuseppe Saragat. Quest’ultimo, con la scissione di Palazzo Barberini, contribuì a salvare la democrazia in Italia e la sinistra da se stessa.
Ormai lo abbiamo capito. La seconda Repubblica nacque con l’obiettivo di emarginare, per via giudiziaria, i partiti democratici che avevano, con varie combinazioni, governato il Paese, con la prospettiva di insediare gli eredi del Pci nel cuore di quel potere mai ottenuto con il voto.
All’improvviso, però, un imprenditore come Silvio Berlusconi (colui che – a sentire Achille Occhetto – doveva essere mandato in giro con il piattino) mise in piedi, – un po’ per celia e un po’ per non morir – inventò, una coalizione alternativa che, da allora ad oggi, ha contrastato, più volte e con successo, l’alleanza tanto agognata tra gli ex della sinistra democristiana e gli ex pci.
La terza Repubblica dovrà portare a realizzazione il progetto fallito nella Seconda, ponendo fine – come dicono – al berlusconismo. Questa volta i cattocomunismi sono addirittura disposti ad allearsi con gli ex fascisti.
Lo ha capito persino Gianni Morandi che voleva aprire il Festival di Sanremo al suono di “Bella Ciao” e di “Giovinezza”. Commettendo più di un errore: “Bella Ciao” è una canzone della Resistenza (un evento di popolo che non appartiene solo al Pci); “Giovinezza” era l’inno del partito fascista. Se voleva fare dei paragoni appropriati Morandi avrebbe dovuto ricordarsi di “Bandiera rossa”.

Fonte: Occidentale 9 novembre 2010

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