Forse Beppe Grillo si arrabbierà, se non lo ha già fatto. O forse no. Certo desta una qualche sorpresa (positiva) sapere che un gruppo di parlamentari grillini va a scuola di Europa in Germania. Esagerando un po, è come se negli anni Cinquanta i comunisti italiani o francesi fossero andati a studiare capitalismo ad Harvard. I rivoluzionari nella tana del lupo, insomma. Il punto è che le elezioni europee sono alle porte e l’euroscetticismo proietta un ombra inquietante sull’esito della consultazione, dalla quale ci si attende con timore un grande successo dei movimenti populisti antieuropei, soprattutto nel Sud del Continente. E cosi è iniziata una manovra di appeasement nei confronti di questi raggruppamenti, in particolare del Movimento 5 Stelle (ma anche di Forza Italia), di Syriza in Grecia, di Izquierda Unida, Democracia Real e enRed Madrid in Spagna. Si è messo in moto un consorzio di think tank – del quale fa parte per l’Italia l’Istituto Affari Internazionali – che ha organizzato un ciclo di incontri riservati in diverse capitali culminato in due meeting conclusivi a Berlino e a Barcellona lo scorso dicembre. Dietro l’iniziativa, nella veste di propulsore e finanziatore, si intravede il profilo di Mercator, la maggiore e la più potente fondazione privata tedesca, che fa capo alla famiglia Schmidt proprietaria della catena di grande distribuzione Metro. Ma all’operazione si è successivamente associata anche la Open Society Foundation dell’onnipresente finanziere George Soros. Si sono messi in azione, insomma, i settori della finanza e dell’industria europea insieme più liberal e più coscienti dei rischi che una austerità cieca e prolungata comporta per lintera architettura della Unione monetaria. Avere portato deputati e senatori pentastellati a discutere in modo franco ed aperto di come riformare piuttosto che abbattere l’attuale modello di Europa è un piccolo miracolo dello IAI e di Mercator. All’invito hanno aderito l’ex candidato alla presidenza del Senato, Luis Orellana, il capogruppo in Commissione Ambiente alla Camera, Mirko Busto, vari componenti delle commissioni Esteri di Camera e Senato come Cristina De Pietro, Manlio Di Stefano, Maria Edera Spadoni. Lucio Malan e Debora Bergamini di Forza Italia hanno partecipato alla riunione berlinese. Tra Roma e Berlino si è parlato tra laltro di fiscal compact, euro sopravalutato, reddito europeo di cittadinanza, Tobin Tax, democrazia digitale. E stato gettato un ponte. E la notizia non puo’ che essere accolta favorevolmente. Oltre a rivelare infatti come anche all’interno di questi movimenti ci sia desiderio di confronto, essa mostra che nella Germania di Angela Merkel, ove sembra predominare l’orientamento ad imporre a tutti il Modell Deutscheland tout court, si comincia a prendere atto della necessità di aprire un dialogo a 360 gradi anche con chi non accetta questa Europa se si vuole accorciare le distanze con i cittadini ed allargare la base di consenso. Beppe Grillo comunque puo’ stare tranquillo. I suoi parlamentari forse non saranno più così euroscettici, ma sono rimasti fortemente eurocritici.
Fonte: Corriere Economia del 27 gennaio 2014I grillini a scuola di Europa
L'autore: Marco Cecchini
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