• domenica , 22 Dicembre 2024

Gli stranieri sono l’8% della popolazione

La popolazione dei residenti in Italia è cresciuta, ed è arrivata a quasi 61 milioni, (60 milioni 851mila, al primo gennaio). Ma gli italiani sono scesi sotto quota 56 milioni, con una perdita netta di 65mila unità rispetto al 1° gennaio dell’anno scorso, mentre gli stranieri sono arrivati a 4 milioni 859mila (289mila in più), e rappresentano ormai l’8% della popolazione complessiva. Sono alcuni dei cambiamenti rilevati attraverso gli indicatori demografici diffusi ieri dall’Istat, che segnala anche come dal Sud Italia si continui a «emigrare» verso le regioni del Centro-nord.
A determinare il calo degli italiani è stata soprattutto la forbice che si allarga sempre di più tra nascite e morti: complessivamente nel nostro Paese nel 2011 sono nati 556mila bambini, 6mila in meno dell’anno precedente; mentre il numero delle persone morte è stato pari a 592mila, 4mila in più dell’ anno precedente. Sono le donne straniere a fare più figli: ne hanno una media di due a testa a fronte di uno delle italiane, che oltretutto diventano mamme sempre più tardi: per le italiane, infatti il primo parto in media è a 32 anni mentre per le donne straniere è a ventotto anni.
Proprio la loro presenza rende il Nord Italia la zona più prolifica del Paese (con 1,48 figli per donna), capovolgendo il luogo comune che vorrebbe il Sud il posto dove si fanno più bambini e che ora invece è diventato il fanalino di coda (1,35). La regione che ha il tasso di natalità più alto (il 10 per mille, con 1,63 figli per donna) è il Trentino Alto Adige e la Campania è l’unica tra quelle del Sud con un livello riproduttivo superiore alla media nazionale, (1,43 rispetto all’1,42). Mentre la Liguria abbina alla più bassa natalità (7,3) anche il più alto tasso di mortalità (13,3 per mille).
Tra le sole cinque regioni in cui il numero dei nati supera quello dei morti, c’è di nuovo il Trentino Alto Adige, insieme a Campania, Lombardia, Puglia e Veneto.
Italiani poco prolifici, ma sempre più longevi. La speranza di vita alla nascita è cresciuta ulteriormente e ha raggiunto i 79 anni per gli uomini e gli 84 per donne.
E se la popolazione femminile è ancora in vantaggio, quella maschile sta recuperando, visto che rispetto al 2008 guadagna in media mezzo anno di vita supplementare rispetto ai quattro mesi delle donne: lo “spread” delle aspettative di vita tra maschi e femmine è adesso pari a 5,1 anni.
Gli ottantenni costituiscono ormai il 6,1% della popolazione totale, e se la conta parte dai 65 anni, gli anziani rappresentano il 20% dei residenti. Risiedono soprattutto nel Nord-Est e nel centro del Paese; ed è chi vive nella provincia di Bolzano ad avere la speranza di vita più alta (80,5 anni gli uomini, e 85,8 le donne). Cresce anche il drappello degli ultracentenari, che ha superato la soglia di 17mila. Ben 600 italiani hanno compiuto 105 anni e il più vecchio di tutti ha 113 anni e vive in Veneto.
In ogni caso, in il cittadino italiano è di mezza età: l’età media dei residenti, infatti, è 43,7 anni, per l’esattezza per gli italiani si è attestata a 44 anni, mentre è ferma a 32 per gli stranieri. Le regioni del Mezzogiorno hanno una popolazione relativamente più giovane: in Campania l’età media è di 40,5 anni e la quota della popolazione di 65 anni e oltre è pari al 16,5%; segue la Sicilia con un’età media di 42 anni e una quota di 65enni pari al 18,8%.
In tema di consistenza numerica della popolazione italiana, l’Istat ricorda inoltre che mancano quattro giorni alla scadenza per la consegna del questionario del 15 Censimento generale della popolazione e delle abitazioni nei Comuni con una popolazione compresa fra 20mila e 150mila abitanti.
È bene ricordare che fino al 31 gennaio i cittadini sono ancora in tempo per scegliere fra tre modalità di riconsegna: via Internet, collegandosi al sito http://censimentopopolazione.istat.it e utilizzando la password stampata sulla prima pagina del questionario recapitato a casa; presso i centri comunali di raccolta e presso gli uffici postali (ma non nella cassetta delle poste), senza alcun costo.

Fonte: Sole 24 Ore del 28 gennaio 2012

Articoli dell'autore

Commenti disabilitati.