Domani, Il presidente della Repubblica illustrerà gli impegni che ha assunto e le garanzie che ha ottenuto nellaccettare questo nuovo atto di responsabilità. E verosimile che lattenzione di gran parte degli osservatori sarà su chi ha vinto e chi ha perso nel breve e medio termine.
I vincitori.
Tali analisi non possono non evidenziare come i veri vincitori siano il Pdl (che rientra in campo in funzione strategica dopo avere mantenuto una linea coerente sullesigenza di un Governo di responsabilità di larghe intese sin dal giorno successivo allannuncio dei risultati elettorali) ed il M5S, diventato il cuore dellopposizione ed a cui si alleeranno il Sel e spezzoni del Pd.
Gli sconfitti.
Lo sconfitto è il Pd, pur miglior perdente alle elezioni e con un numero di deputati (grazie al Porcellum) non commensurato alla sua forza elettorale, ed ormai avviato verso la scissione ove non verso la frammentazione tra le sue diverse anime e tra i suoi profondi contrasti generazionali.
Il prossimo governo.
Il nuovo Governo che uscirà da una situazione di default politico del sistema istituzionale (legge elettorale, partiti) italiano dovrà attraverso questi marosi evitare che la nave dellItalia finisca anche in un default economico e finanziario e riacquisti credibilità di fronte ai propri cittadini ed al resto del mondo. Il compito è enorme. I tempi sono brevi: incalzano le elezioni europee che con un sistema proporzionale con preferenza accentuano le differenze e divergenze dellofferta politica sia tra soggetti politici sia tra individui.
Il futuro della democrazia italiana
Ancora più complesso il lungo termine: passare da una politica (e democrazia) basata sui partiti di massa del Novecento (con una dirigenza strutturata, unarticolazione sul territorio, procedure e riti definiti nella prima metà del secolo scorso) a una democrazia senza partiti e con soggetti politici differenti (per natura ed organizzazione) da quelli quali definiti un secolo fa. Forza Italia ed il M5S sono forse le innovazioni principali apparse sulla scena politica in questi ultimi ventanni.
Ricordate Forza Italia?
Il primo è stato ben descritto in Forza Italia: radiografia di un evento curato da Domenico Mennitti una decina di anni fa. Il secondo è ora oggetto di studio anche da parte di autorevoli università americane. Si presentano, pur se contrapposti nellarco politico e con sostrati sociali e ideologici (per quel poco che ne resta) divergenti, come movimenti poco strutturati con forte democrazia diretta e dialettica interna nonché con forte spirito di corpo e soprattutto capacità di decisione spedita (in linea con le trasformazioni delleconomia mondiale).
Democrazia (o politica) senza partiti.
Stiamo andando verso La democrazia senza partiti, per prendere in prestito il titolo di un antico libro di Adriano Olivetti, o verso La politica senza partiti di cui scrisse Lawrence Gay una quindicina di anni fa? O il futuro è il partito su forte base territoriale come delineato nella recente memoria di Fabrizio Barca?
La risposta di Napolitano.
Napolitano può avere un ruolo cruciale nel far sì che venga data una risposta a quesiti come questi. Ha attraversato il Novecento e ne conosce a fondo i partiti di massa di cui ha visto lo sgretolarsi. Lui stesso è passato da posizioni contrarie allintegrazione europea alla Presidenza del Comitato Italiano per il Federalismo Europeo e da una visione di economia programmata ad una di economia liberale. Non sta necessariamente a lui fornire risposte puntuali. Ma può evitare che , travolti dal contingente, non si ponga mente a questi più profondi problemi del futuro dellItalia
Gli effetti del Napolitano-bis su Pdl, Pd e Movimento 5 Stelle
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