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“Fisco meno invadente”: controlli ai Piccoli ridotti del 20%

La lotta contro l’ evasione fiscale corregge la traiettoria. Meno controlli a tappeto e più verifiche mirate. Per ottenere lo stesso risultato di prima in termini di tasse recuperate ma senza sprecare tempo e risorse nelle micro trasgressioni. È questo il senso della direttiva che riduce del 20% il numero dei controlli inviata agli uffici regionali e locali dal direttore dell’ Agenzia delle Entrate, Attilio Befera. «È un’ iniziativa coerente con tutte le altre prese da quando sono a capo dell’ Agenzia, dirette a migliorare la qualità degli accertamenti» afferma Befera. Il quale spiega: «Non voglio che per raggiungere l’ obiettivo numerico si abbassi il livello delle analisi del rischio». Che sono quelle che rivelano quante possibilità ci sono che il contribuente abbia mentito al fisco e in che misura lo abbia fatto, attraverso l’ incrocio delle informazioni delle varie banche dati. Quelle che registrano i clienti delle società di leasing piuttosto che i frequentatori di club esclusivi o di case d’ asta. Ci dovranno essere «forti» elementi di pericolo d’ evasione per suggerire l’ accertamento. «Altrimenti sarà meglio lasciar perdere» dice il numero uno dell’ Agenzia delle Entrate. Dobbiamo evitare, insiste, «di fare controlli fastidiosi, invasivi per i contribuenti che non diano risultati. O meglio diano risultati minimi in termine di evasione recuperata». Toccherà agli Uffici regionali e locali rivedere la mappa degli accertamenti, ma l’ indicazione della direttiva pone dei limiti precisi: i controlli sulle imprese medie e piccole e sui professionisti «dovranno diminuire del 20%». In cifre vuol dire che «le verifiche previste dovranno scendere da 220 mila a 177 mila». In parole e non in numeri «fate meno controlli ma fateli meglio». C’ è infatti da recuperare fiducia presso i contribuenti che già non sono di partenza ben disposti su tasse e imposte. Ed anche da recuperare i malumori della politica, e di alcuni settori della maggioranza, Lega in testa. Befera, nel suo ruolo, guarda solo ai problemi tecnici. Riconosce che ci sono stati nel passato comportamenti, pochi, non proprio corretti degli ispettori fiscali. «Stava montando la marea delle proteste e quindi siamo intervenuti» con due successive lettere inviate agli uffici che sul territorio conducono la lotta all’ evasione per avvertire che sarebbero stati sanzionati i soprusi nel corso dei controlli. Ed ora questa direttiva. Che, spiega Befera, ha l’ obiettivo di «riportare la fiducia sulla correttezza degli accertamenti fiscali, sia per migliorare la forza deterrente dei controlli sia per aumentare l’ efficacia delle stesse verifiche». Ottenendo, ovviamente, gli stessi risultati: e cioè recuperare 10,6 miliardi di imposte non pagate, in linea con quanto ottenuto nel 2010.

Fonte: Corriere della Sera del 3 luglio 2011

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