Il governo sembra rendersi finalmente conto delle richieste delle parti sociali.Pier Ferdinando Casini, Udc Il governo è stato messo ko prima dagli elettori, poi dai mercati e dalle parti sociali.Enrico Letta, Pd Misure di sostegno e un carico tributario minore per aziende e lavoratori.Camusso insiste soprattutto sugli interventi a favore dell’ occupazione
Il pressing ha funzionato, l’ incontro con le parti sociali è stato convocato per giovedì e vi parteciperà Silvio Berlusconi. I firmatari dell’ appello al governo su sostegno alla crescita e discontinuità hanno dunque ottenuto una prima risposta anche se dovranno condividere il confronto con tutte le sigle imprenditoriali e sindacali. Col rischio che in una riunione troppo affollata si finisca per non decidere nulla. «Basta che non si risolva in un gran giro di valzer. E che non sia solo una parata», dice Ivan Malavasi, presidente della Cna e portavoce di Reteimprese, esprimendo così la preoccupazione che serpeggia nel gruppo fra cui figurano anche Cgil, Cisl, Confindustria, Abi e Confcommercio. Che nel frattempo stanno mettendo giù, ognuno per proprio conto, un elenco ristretto di proposte da presentare a Berlusconi per poi, tra oggi e domani, coordinarle in un unico documento. In modo da focalizzare il confronto su temi specifici, senza dispersioni. Discuteremo, annuncia il governo nella lettera di convocazione dell’ incontro di giovedì, delle misure «per la stabilità, la crescita, la coesione sociale». Ma secondo le banche, soprattutto, le imprese grandi e piccole, e in qualche misura anche i sindacati, forse più concentrati sulle questioni legate al lavoro e all’ occupazione, il problema maggiore da affrontare in questo momento è la riconquista della credibilità sui mercati. Che, dicono, è un problema di tenuta politica più che economica, e che riguarda – soprattutto in uno scenario di scarse alternative come l’ attuale – la figura del ministro dell’ Economia Giulio Tremonti e il sostegno al suo ruolo. Insomma, non si sa ancora chi prenderà l’ iniziativa di dirlo, ma tra alcuni firmatari dell’ appello, pur con diverse sfumature, c’ è la convinzione che le cose sui mercati si siano aggravate quando sono iniziate le disavventure del titolare del dicastero di via XX Settembre che non sarebbe stato adeguatamente sostenuto dalla sua maggioranza. Dopo il tonfo di ieri di Piazza Affari e il nuovo record dello spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi con l’ avvicinamento alla situazione della Spagna, le preoccupazioni tra banche, che continuano ad avere la peggio in Borsa, e imprese sono poi aumentate. Anche se è stato un lunedì nero per tutte le piazze europee e se a causarlo sono stati i dubbi sull’ accordo raggiunto a Washington sul debito Usa. «Questa situazione, se non viene risolta, è devastante» è il commento che circola nel mondo del credito. «Così ammazziamo anche un bisonte. Non c’ è più tempo da perdere», afferma Malavasi. E nella Confindustria di Emma Marcegaglia si insiste sulle misure di sostegno alla crescita e sulla diminuzione del carico fiscale per imprese e lavoratori. Oltre che sugli interventi per limitare il peso della burocrazia sull’ attività delle aziende. Nel sindacato spiccano la richiesta della Cisl sul taglio immediato dei costi della politica per dare un segnale che «a pagare non siano solo i più deboli», lo sblocco dei finanziamenti per le infrastrutture e l’ avvio di un piano per il lavoro dei giovani. Ma come dice il segretario Raffaele Bonanni, è anche «necessario che il governo smetta di seguire la palla sbagliata» e si occupi invece delle cose di cui il Paese ha bisogno per tornare a crescere e per smettere di prendere sberle sui mercati. La Cgil è più netta nelle sue richieste. Il segretario Susanna Camusso chiede in pratica lo smantellamento della manovra che «scaricherà sul lavoro e sulle famiglie il peso dei tagli su sanità, lavoro pubblico e pensioni».
Fisco e crescita, le priorità sul tavolo
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