• lunedì , 23 Dicembre 2024

Enti inutili al quadrato

Sino a poche prima del varo della manovra erano in prima fila tra gli enti da sopprimere in quanto inutilmente costosi. Ora Isfol e Ias si fondono. Non è proprio il merger del secolo che farà tremare i mercati. Preoccuperà, però, un po’ di persone poiché si riducono presidenze, poltrone di CdA e servizi amministrativi.
L’Isfol (Istituto per lo sviluppo e la formazione dei lavoratori) è nato come ente di ricerca in materia di lavoro con un organico di circa 90 persone. I maligni dissero che occorreva, si era all’inizio degli anni Settanta, sistemare i leader del Mpl (che aveva tentato di scindere la DC) e di mostrare attenzione al mondo del lavoro (dopo l’autunno caldo); ora tra dipendenti a tempo indeterminato e determinato sono in ciirca 600. Per alcuni anni ho fatto parte del CdA dell’Isfol tentando di comprendere come mai il suo omologo tedesco IZA , forte di 40 persone (tra ricercatori ed amministrazione) produca, con una rete universitaria internazionale animata dall’istituto , almeno dieci lavori scientifici la settimana (basta consultare il web) mentre l’Isfo sforna solo una diecina di saggi l’anno E’ rimasto un mistero doloroso nonostante le frequenti richieste anche scritte. E’ anche difficile capire perché 300 collaboratori di un istituto preposto alla tutela del lavoro non siano stati messi in regola con l’Inps per l’anno 2002- tanto che l’Inps ha minacciato recupero coatto.
L’IAS stava per essere soppresso nel 2007 in quanto già allora considerato ente inutile; era il vecchio Istituto Fascista di Medicina Sociale. Cambiò nome in Istituto per gli Affari Sociali e rimase discretamente (nessuno sa cosa fa) in vita.
Un proverbio britannico dice che “due mali non fanno un bene”. Vedremo se la fusione farà sì che due enti inutili diventeranno un ente utile. O se invece l’intenzione è soltanto quella di prolungare l’agonia di strutture che appartengono al passato.

Fonte: Foglio Economico del 5 giugno 2010

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