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Elettricità, caccia allo sconto

Conviene o no passare dal vecchio fornitore al mercato libero, che promette tariffe più convenienti? Dipende: da quanti si è in famiglia, da quanto si consuma e da quanta pazienza si ha.Sei libero o tutelato? Ineludibile come un dilemma ontologico, la domanda si sta presentando con sempre maggiore frequenza alle famiglie italiane. Si affaccia la mattina del sabato con le sembianze di un venditore porta a porta, ti tampina con la chiamata di un call center all’ora di cena, ti assale mentre sfogli un giornale. Libero o tutelato è il regime che si sceglie dal fornitore dell’energia elettrica (o anche del gas), e sebbene la scelta sia possibile da più di tre anni, pochi se ne sono accorti finché l’offerta e la concorrenza tra gli operatori non si è fatta avanti: da un po’ di tempo, infatti, la caccia al cliente sta diventando serrata.
Finora 3 milioni e 700 mila famiglie hanno già accettato il salto nel sistema libero, con una forte crescita nel 2010. La parte del leone l’ha fatta l’Enel Energia (un milione e mezzo di famiglie), l’altra grossa fetta se l’è conquistata l’Edison (un milione). Ma in palio c’è ancora un tesoretto di oltre 25 milioni di famiglie che restano al riparo dal frastuono del mercato, in quel “regime di maggior tutela” in cui è l’Autorità dell’energia a fissare le tariffe. Sono i pigri, o i restii a cambiare per diffidenza, sono quelli che dopo aver subito passivamente per tutta la vita la presenza del monopolista – sia esso l’Enel o una municipalizzata locale – vedono da un passaggio di operatore soltanto gli svantaggi, burocrazie e doppie fatture. E un po’ hanno ragione, perché per quanto l’Autorità si sgoli a prescrivere il fair play, un solo mese di preavviso al vecchio fornitore e tutti gli impicci del trasferimento a carico del nuovo (nonché l’allaccio in massimo due mesi), spesso le cose non vanno proprio lisce. Tanto che le varie organizzazioni dei consumatori – come l’Adiconsum – si sono dovute attivare con dei protocolli di conciliazione per far fronte alle vertenze dei consumatori imbufaliti, e l’Autorità ha messo su una task force per i reclami (oltre 30 mila nel 2010).
Per quei 25 milioni di utenti tutelati, il prezzo del kilowattora deciso dall’Autorità da gennaio è di 15,57 centesimi di euro, vale a dire che dopo tre anni in salita (con un picco di 18 centesimi a fine 2008), sta ritornando ai livelli del 2007, proprio quando la liberalizzazione è partita. Ci sarebbe da festeggiare. Ma le sirene del mercato promettono di più: sconti, risparmi, formule su misura per i propri consumi. Conviene ascoltarle?
Un ammonimento a tenere gli occhi ben aperti di fronte alle campagne pubblicitarie arriva dall’Antitrust, che tra il 2008 e il 2010 ha multato per ben 3 milioni e 600 mila euro i fornitori di energia. C’è chi, comel’Italcogim Energie (gruppo Gdf Suez), è stata pizzicata per pratiche commerciali scorrette, o la EonEnergia per le mirabolanti (ma poco realistiche) promesse della sua campagna pubblicitaria, ma sono state bacchettate a vario titolo anche Enel, Eni, Edison, Acea e Sorgenia. Anche nel porta a porta capita che la scelta del mercato libero sia proposta all’ignaro utente ora come un obbligo, ora come una via di salvezza, ora come un contratto fatto firmare con l’inganno; ma si sa, la concorrenza non è un gioco per signorine. Più importante è capire quanto si può risparmiare.
Abbiamo fatto elaborare dall’Adiconsum quattro situazioni tipo, quattro profili di famiglie consumatrici che con le loro diverse abitudini hanno bollette assai diverse. Calcolata in base alle tariffe regolate dall’Autorità – e quindi nel regime tutelato – la quantità di energia elettrica utilizzata in un anno darebbe luogo a bollette che vanno dai 160 euro del single, che a casa ci sta la sera e nei week-end, alla coppia con le stesse abitudini che paga 302 euro, ma quando diventa una coppia di pensionati vede consumi e bolletta impennarsi a 511 euro, fino alla famiglia di quattro persone che, pur razionalizzando i suoi consumi nelle fasce agevolate (per esempio l’uso degli elettrodomestici nelle ore notturne), si ritrova a fine anno ad aver sborsato 537 euro.
Ebbene, passando al mercato libero, in base alle prime cinque migliori offerte oggi sul mercato, il risparmio non supera una quarantina di euro all’anno. Piuttosto deludente. Soprattutto, meno di quanto si potrebbe risparmiare utilizzando scrupolosamente la tariffa bi-oraria (sui 50/60 euro in meno in un anno).
Ma allora come si spiega la guerra senza risparmio di mezzi e la concorrenza all’ultimo sangue tra gli operatori per strapparsi i clienti? Una spiegazione sta nel fatto che i clienti famiglia sono molto più stabili e affidabili dei clienti imprese, che ogni anno rimettono in gara le forniture e puntano a tagliare i prezzi; per questo, sono i più ricercati: rappresentano lo zoccolo duro, il giacimento di consumatori che permette di dare continuità alle forniture elettriche. Allora, forse, andrebbero trattati meglio.

Fonte: Repubblica del 14 febbraio 2011

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