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Draghi:le banche restano ancora fragili

Credito e regole Il Governatore: «Ci sono progressi ma nei Paesi avanzati restano i rischi. Basilea3 non frena la ripresa».
La Banca d’ Italia convoca Rampl di Unicredit su vertici e governance.
Il sistema finanziario delle economie avanzate resta «vulnerabile», nonostante i progressi fatti finora per rafforzarlo. Nel sostenerlo il Governatore della Banca d’ Italia, Mario Draghi al termine della riunione plenaria del Financial stability board da lui presieduto, ha spiegato che i rischi maggiori arrivano «dalle tensioni sui bilanci dei governi nazionali e locali», dalla «rinnovata fragilità delle banche nel reperire i capitali sul mercato». Ed anche dalla persistente «debolezza delle condizioni economiche» che pure hanno definitivamente superato la fase più nera della recessione. Un avvertimento proprio nel giorno in cui il presidente di Unicredit, Dieter Rampl, volava a Roma per incontrare la Vigilanza e il direttore generale della Banca d’ Italia, Fabrizio Saccomanni. Il quadro tracciato a Parigi dal Fsb che ieri ha messo a punto il pacchetto di proposte da presentare all’ approvazione dei capi di Stato e di governo del G20 nella riunione prevista per l’ 11 novembre a Seul in Corea, non è quindi dei migliori. Il potenziale negativo del combinato disposto dei rischi legati alla tenuta dei conti pubblici, della fragilità delle banche e della debolezza dell’ economia, resta infatti, ha spiegato Draghi, significativo. In questo quadro, ha ribadito il governatore, sono di grande importanza i decisivi passi avanti fatti dai paesi nella condivisione delle nuove regole su capitale e liquidità degli istituti di credito, definite sotto l’ unico cappello di Basilea 3. Draghi si è detto fiducioso sulla loro definitiva adozione da parte del G20, anche per quel che riguarda le norme più ostiche ed anche per quel che riguarda gli Usa. «Tutti sanno che il mercato finanziario è globale e che forme di arbitraggio non convengono a nessuno». E poi i parametri di Basilea 3, a dispetto di quanto sostengono ancora molte banche, «non rallentano la crescita» ha ribadito Draghi evidenziando ancora una volta l’ importanza in quest’ ottica del lungo periodo di transizione previsto. Basilea 3, seppure essenziale, non può però bastare a risolvere tutti i problemi e tutti i rischi del sistema. A cominciare da quello delle banche troppo grandi per fallire, del «too big to fail». Per gli istituti di importanza sistemica, le cui difficoltà rischiano di terminare il terremoto dei mercati e nello stesso tempo di condizionare le politiche dei governi,vanno individuati, ha detto il numero uno di Palazzo Koch criteri aggiuntivi. Vanno cioè richiesti capitali più consistenti o «cuscinetti» di riserva più importanti. Per questo Draghi ha rilevato come «tocca migliorare la capacità di queste banche di assorbire le perdite». Ma non basta. Oltre alle proposte di intervento sul «too big to fail» il Fsb presenterà al G20 nuovi principi per ridurre «la dipendenza delle autorità e delle banche dalle agenzie di rating», il cui intervento ha influenzato, troppo spesso, gli umori dei mercati. Nonché gli interventi per rendere più trasparente il mercato dei derivati. Infine le analisi del Fsp sulla situazione dei vari paesi. Ieri è stato presentato il rapporto sul Messico. A Spagna ed Italia toccherà all’ inizio del 2011.

Fonte: Corriere della Sera del 28 settembre 2010

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