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Draghi guadagna consensi a Berlino

La stampa tedesca lo accredita, quella francese scrive che «sì, è vero, risulta anche a noi: la corsa per la presidenza della Bce sta volgendo a favore del candidato Mario Draghi, perché il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble sostiene» l’italiano.
Il primo a riportare queste valutazioni dell’esponente di governo tedesco era stato il quotidiano Handelsblatt, citando fonti dell’esecutivo secondo le quali Schäuble avrebbe sostenuto la candidatura del governatore di Bankitalia in colloqui con i deputati di alto rango nel suo ministero e con i funzionari della Bundesbank. Sempre secondo Handelsblatt, il nome di Draghi sarebbe gradito anche al ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde, anche se la cancelliera Angela Merkel nutrirebbe ancora molti dubbi sulla scelta di un candidato appartenente a un paese indebitato del Sud Europa per la guida della Bce. Una notizia ampiamente ripresa in prima pagina anche dal Wall Street journal.
Ieri, poi, è arrivata anche la “lettura francese” dei fatti: in un lungo articolo su Le Monde si afferma che l’apertura della fase di presentazione delle candidature alla presidenza Bce potrebbe avvenire in occasione del prossimo Eurogruppo del 16 maggio (anche se la nomina dovrebbe avvenire il 24 giungo in occasione della riunione dei capi di Stato e di Governo) e si avvalora l’ipotesi dell’atout rappresentato per Draghi dal favore del ministro delle Finanze tedesco tedesco. Non solo, nell’articolo si fornisce anche una sorta di retroscena: «Schäuble – si legge – è consapevole che la candidatura di Draghi potrebbe essere un handicap di fronte a un’opinione pubblica tedesca molto critica verso il lassismo fiscale dei paesi del sud della zona euro». Per questo è stato proprio lui – si sostiene – a convincere la Merkel a permettere queste fughe di notizie sulla stampa tedesca, in modo da «testare la reazione dell’opinione pubblica e prendere la decisione di ufficializzare il sostegno».
Anche perché fonti tedesche avvalorano, dice ancora il giornale francese, l’ipotesi che all’interno del Governo non vi sia nessun dubbio sulla posizione anti-inflazionistica di Draghi e che il candidato italiano sarebbe una garanzia in questo senso esattamente come un candidato di un piccolo paese del Nord: in più questa scelta, si afferma, permetterebbe di rispecchiare l’equilibrio tra piccoli e grandi paesi all’interno del comitato esecutivo dell’istituzione di Francoforte. Il cuore operativo della politica monetaria di Eurolandia conta infatti sei componenti, presidente incluso, e finora si è seguita la regola che ognuno dei grandi paesi (Germania, Francia, Italia e Spagna) vi occupa un seggio, lasciandone due per i paesi più piccoli. Ma questi, attualmente, sono già occupati dal vicepresidente della Bce, il portoghese Vitor Constacio e dal belga Peter Praet. La nomina di un presidente di un piccolo paese darebbe quindi tre seggi del comitato esecutivo ai piccoli, lasciando fuori la Francia quando Trichet concluderà il suo mandato.
Anche per questo, secondo Le Monde in questo momento non sono da ricercare solo all’interno del governo tedesco i supporter del governatore italiano per la poltrona che Trichet lascerà a ottobre: anche la Francia, che non ha un proprio candidato, sembrerebbe orientata a sostenerlo. Ma nel processo di selezione del successore peserà anche il punto di vista della Bce e le inquietudini connesse al fatto che la crisi e l’instabilità finanziaria non sono ancora finite: anche questo, secondo le Monde, è un argomento destinato a favorire Draghi, per via della grande esperienza internazionale e dell’autorevolezza conquistata di fronte ai Governi con la direzione del Financial stability board. Gli altri candidati(il lussemburghese Yves Mersch, il finlandese Erkki Liikanen e l’olandese Nout Wellink) osserva il giornale francese, non sembrano avere la stessa caratura.

Fonte: Sole 24 Ore del 21 aprile 2011

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