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Debiti del comune è Verazzani l’ultima speranza

SCALARE la montagna toccherà a Massimo Varazzani. La montagna è il debito del Comune di Roma, 12,4 miliardi: una montagna, appunto. Uomo di legge e di banca, Varazzani fino a pochi mesi fa era amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti, esperienza conclusasi prematuramente peri difficili rapporti con gli azionisti. Ora, nel ruolo di commissario al debito pregresso del Comune la sua indiscussa competenza dovrebbe contare più degli altri aspetti e tutti, a cominciare dal ministro Tremonti suo principale sponsor, si aspettano risultati visibili e chiari frutto di una gestione efficace. Tra le componenti dell’ immenso debito ci sono 1,6 miliardi di espropri non pagati, compresi quelli effettuati in occasione delle Olimpiadi del 1960: cinquant’ anni di pratiche, complesse quanto si vuole, accumulate negli uffici senza essere evase. Un elemento che la dice lunga sulla efficienza delle nostre amministrazioni. L’ ipotesi con la quale subito Varazzani si dovrà misurare è un mutuo tra 9 e 12 miliardi erogato dalle banche per chiudere il pregresso riassumendolo ad un debito unitario di più facile gestione. I tassi bassi attuali vanno a favore di questa soluzione ma il pagamento degli interessi e l’ ammortamento delle rate peserà sui conti pubblici in maniera significativa. Roma conta su una stabilizzazione dei 500 milioni di trasferimento dallo stato centrale previsti dalla normativa su Roma Capitale, ma intanto ci sono da trovare 120 milioni entro fine anno per pagare le rate in scadenza. Sarà importante che le risorse vengano usate non solo per ridare indietro i soldi alle banche ma anche per pagarei debiti coni fornitori che soffrono per i mancati pagamenti dalle pubbliche amministrazioni. Solo così il dovuto piano di rientro potrà avere effetti non soltanto in termini di chiarezza sul futuro ma anche sulla vitalità attuale del tessuto economico della Capitale.

Fonte: Repubblica del 12 ottobre 2010

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