Un sistema che incrocia i movimenti sui conti correnti con il redditometro. Basato su sette categorie di beni e su cento voci di spesa. Ecco come l’agenzia delle Entrate darà la caccia ai furbetti. Dagli artigiani ai vip.
Il governo Monti scommette che sarà la volta buona. E che l’Italia stavolta guarirà la secolare piaga dell’evasione fiscale. Altri ribattono che è il solito fisco spettacolo, soliti slogan, soliti annunci. Ma intanto la trappola per gli evasori 2012 è pronta a scattare. Da un lato corsie preferenziali per gli onesti, consulenze preventive sui nodi fiscali, rimborsi più veloci a chi garantisce trasparenza sui conti. Dall’altra, un’arma fine-di-mondo contro i disonesti.
Sta per partire, infatti, il nuovo redditometro. I commercialisti lo vedono come il fumo negli occhi: “E’ una macchina di distruzione fiscale di massa, distruggerà la pace sociale tra cittadini e Stato”, si allarma Enrico Zanetti, vicepresidente dell’Unione dei giovani commercialisti. Annunciato fin dal 2010 ma rallentato sotto il governo Berlusconi, ora l’Agenzia delle Entrate l’ha messo a punto e lo applicherà dai redditi 2009.
“L’Espresso” è in grado di spiegare come funzionerà. La parola d’ordine è spaccare il fronte: ai 40 milioni di contribuenti, trattati fino a oggi tutti come potenziali evasori, viene offerta una scelta. Se siete onesti, avrete un trattamento di favore; altrimenti, tremate. Anche perché l’Agenzia guidata da Attilio Befera sta completando in questi giorni i conteggi 2011. Dal quartier generale di Roma trapelano le cifre: 11,5 miliardi di euro recuperati (contro i 10,5 del 2010); oltre 667 mila accertamenti fra ordinari (381.429) e parziali (285.866); 50 mila controlli sugli scontrini fiscali. E la scommessa di fare meglio nel 2012. Ecco come.
Il nuovo redditometro
All’Agenzia sono in corso i test di simulazione. Ma il nuovo redditometro è pronto. Un “segugio” capace di stanare piccole e grandi prede. Fino agli evasori seriali, che si rintanano dietro prestanome, conti esteri, false dichiarazioni, conti correnti fittizi. Come funziona? Il fisco sarà in grado di monitorare sette categorie di beni sensibili e oltre 100 voci di spesa: dalle case alle auto di lusso, alla scuola privata per i figli, bollette, assicurazioni, fino al conto del parrucchiere per vip, al centro fitness esclusivo. La casa, poi, sarà scandagliata anche all’interno: mobili di pregio, elettrodomestici, ma anche bollette anomale, abbonamenti alla pay-tv, play-station, colf e domestici.
Dal 2012, inoltre, l’occhio del fisco arriverà fin dentro il camerino della boutique. Con una stretta su orologi di lusso, borsette da migliaia di euro, grandi griffe. Si chiamerà “spesometro” e terrà sotto controllo lo shopping degli italiani. Grazie alla manovra Monti, infatti, ogni acquisto in contanti superiore ai mille euro sarà trasmesso anche all’Agenzia, mentre per ogni spesa oltre i 3.600 euro scatterà una segnalazione al fisco: “Abbiamo elaborato 55 profili di famiglia “normale” e per ognuna stiamo testando specifiche capacità di reddito legate al territorio di provenienza, all’età di genitori e figli”, spiegano all’Agenzia. “Il software, incrociando i dati raccolti da noi, dall’anagrafe tributaria, da Inps, Pra, Inail, Comuni e dalle banche, farà emergere un fattore di rischio evasione, in rapporto al reddito effettivamente dichiarato, che innescherà le verifiche”.
Con i nuovi strumenti, insomma, sarà possibile prevenire comportamenti anomali come quello individuato a Parma lo scorso ottobre. Una famiglia di imprenditori che vendeva merce, prodotti in plastica, senza fattura. E occultava i guadagni illeciti sui conti di moglie e figli. Con questo giochetto sui depositi dei parenti erano finiti in due anni 350 mila euro di cash che finanziavano una vita da nababbi. “Soldi che, da oggi, saranno immediatamente bloccati”, spiega l’Agenzia, grazie al monitoraggio su spese e acquisti di lusso.
Arriva il semaforo del fisco.
C’è un’altra novità anti-evasore. E’ già stato ribattezzato il “semaforo del fisco” ed è il sistema di controllo dei conti correnti bancari che sta partendo in questi giorni. La manovra del governo mette a disposizione dell’Agenzia le movimentazioni bancarie di 42 milioni di italiani, grazie a istituti di credito e operatori finanziari. E per spulciare i dati utili in questo mare di informazioni l’Agenzia ha appena predisposto un nuovo criterio. Funzionerà come un incrocio pericoloso: rosso, giallo e verde per decidere chi passa e chi invece si deve fermare ai controlli dell’Agenzia.
I tre livelli di allarme.
Scatterà “luce rossa” (rischio alto per l’erario) quando il cervellone del fisco rivelerà uno scostamento di almeno 100 mila euro fra le operazioni o gli acquisti reali e il tenore di vita misurato con il nuovo redditometro. La segnalazione arriverà a Roma e l’Agenzia chiederà spegazioni al contribuente. Se non le otterrà subito, attraverso documenti contabili, sarà avviato un accertamento immediato. La “luce gialla” (rischio medio) si accende, invece, quando lo scostamento rivelato dal redditometro sarà superiore al 20 per cento del reddito dichiarato ma inferiore ai 100 mila euro. Oppure se, di fronte a movimenti più elevati, il contribuente fornirà pezze giustificative almeno parziali sulla provenienza dei soldi. In questi casi il contribuente entrerà in una specie di lista d’attesa e riceverà un accertamento presuntivo. Luce verde, infine, per anomalie di bassa entità, minimi scostamenti dal reddito presunto, o quando alla prima richiesta di spiegazioni il contribuente sarà in grado di giustificare l’origine delle somme e la natura dell’acquisto anomalo: “Il caso più frequente è l’acquisto di immobili con l’aiuto economico dei genitori e del compagno o compagna. Stessa cosa vale per il denaro in viaggio verso l’estero”, anticipano all’Agenzia: “Nel primo caso il controllo si sposterà sul donatore e, solo se la somma versata risulterà compatibile con il suo reddito, non ci sarà alcun accertamento. Nel secondo caso, grazie al saldo anomalo, saremo in grado di capire chi cerca di occultare capitali”. Proprio come è capitato lo scorso aprile a Venezia. Papà e figlia, vicentini, facevano la spola dall’aeroporto lagunare a New York svuotando i conti con la scusa di finanziare una società americana. I soldi poi rientravano dalla finestra, come prestiti per una terza società veneta. Tutte operazioni che, grazie al “semaforo”, il fisco conta di poter prevenire. “Le banche dati ci forniranno in tempo reale le movimentazioni considerate anomale e questo ci consentirà di chiedere spiegazioni al contribuente. E, nel caso, intervenire subito”, spiegano i tecnici che stanno testando il sistema.
L’identikit del ricercato
L’evasore italiano ha molte facce. E diversi metodi per fregare il fisco. Anche nel 2011, stando ai dati che l’Agenzia sta elaborando in queste ore, l’identikit dell’evasione ha quattro profili diversi. C’è il grande evasore (circa 2.600) che va ricercato fra chi dichiara più di 100 milioni. C’è la media impresa (circa 15 mila aziende che fatturano più di 5 milioni l’anno), che nasconde capitali spesso falsando i bilanci, dichiarando perdite e passività ma, al tempo stesso, acquistando immobili, beni di lusso e auto. Ma il mare più grande dell’evasione è fatto di tante piccole aziende che evadono poco. Circa 220 mila fra commercianti, artigiani e studi professionali da soli cancellano dai conti dello Stato quasi 12 miliardi di euro. A cui si aggiungono oltre 460 mila “normali” cittadini, disoccupati o dipendenti, che fra doppi lavori, piccole frodi, canone, bollo e imposte non versate sottraggono all’erario quasi 3 miliardi e mezzo l’anno. Ecco che nel 2012 il fisco avrà quattro ricette diverse. Quattro trappole modulate sulle caratteristiche della categorie. Per i grandi evasori sarà rinforzato il “tutoraggio”. Dalle banche ai finanzieri, alle società che muovono capitali ingenti fra estero e Italia, ogni operazione milionaria segue un iter di controllo costante. E’ così che nel 2011 l’Agenzia delle Entrate ha portato a casa oltre un miliardo dalle sole operazioni sospette dei grandi istituti di credito. Fonti dell’Agenzia spiegano che lo scorso anno il fisco s’è concentrato molto sui banchieri e sui loro clienti vip e che nel 2012 i controlli saranno aumentati. Ecco che la Banca popolare di Milano ha transato 186 milioni più gli interessi, il Credem ha versato 45 milioni, l’Mps 260 milioni, la Carige è stata condannata in primo grado a pagare 10 milioni, mentre Unicredit e Intesa San Paolo hanno chiuso un accordo rispettivamente per 99,1 milioni di euro e 270 milioni.
Per le medie imprese, invece, nel 2012 ci si concentrerà su un campione selezionato. Un criterio è controllare le aziende con fatturati inferiori ai 100 milioni, che dichiarano perdite ripetute da anni. “I casi di questo tipo superano il 60 per cento e spesso è solo un modo per occultare capitali”, spiegano all’Agenzia. La caccia è a veri e propri elusori di capitali. Come il caso scoperto lo scorso settembre a Cremona, dove un’impresa aveva ceduto per 65 milioni (mai versati) un ramo d’azienda a un famigliare, per poi cederla a un terzo parente. “In questo modo erano stati versati 300 euro di imposta di registro, anziché i 2 milioni previsti. Un caso frequente che nel 2012 sarà al centro dei controlli preventivi”, spiegano all’Agenzia. Su autonomi e piccola impresa, poi, il 2012 sarà l’anno della caccia al prestanome. Grazie al nuovo redditometro e ai dati sui conti correnti, sarà possibile individuare intestatari fittizi di beni di lusso. E colpire chi, di fatto, li utilizza senza intestarseli. L’Agenzia non teme polemiche sulla privacy. “I saldi e i movimenti bancari saranno visionati solo dall’Agenzia centrale di Roma e serviranno per fornire l’identitkit del potenziale evasore così da finalizzare i controlli”, precisano alla sede romana. Nessuna diffusione di banche dati, dunque, ma informazioni interne utili a far scattare il nuovo “semaforo”. E i relativi controlli.
La ricetta di Monti
“Basta con l’oppressione fiscale!”, tuonava nell’aprile dello scorso anno il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. “Basta accanimenti, basta vessazioni”, bacchettava a ruota i suoi dipendenti Befera. Le elezioni regionali erano alle porte. Poi, con l’estate, cambio di rotta. Gli scricchiolii sul rischio Italia e la prima manovra sui conti, con buona parte della stretta fiscale che assaggiamo quest’anno: se la pressione fiscale nel 2012 aumenta di botto di quasi tre punti, per l’80 per cento questo scalino è opera di Tremonti. Come si sa, non è bastato a convincere né i mercati né i partner europei. A Monti è rimasto il cerino acceso in mano. E un’urgenza: evitare il contagio greco. Per allontanarlo, occorreva scavare un fossato antifuoco tra il loro caos fiscale e la loro economia in nero, e noi. E’ così che il decreto Salva Italia ha aumentato la tassa sugli immobili (di fatto, una patrimoniale), introdotto il nuovo “bollo” sui capitali scudati, e dato via libera alla nuova anagrafe dei conti correnti. Perché il messaggio di svolta fosse recapitato davvero a tutti, è arrivato il blitz natalizio a Cortina.
Ma c’è un’altra novità, che fa notare il presidente dell’Istat Enrico Giovannini: “Nei conti di riduzione del deficitv Monti non ha messo una stima da raccolta dell’evasione. Cosa vuol dire? Che se sei molto efficace nello scovare gli evasori, ti ritroverai a fine anno un extra-gettito che potrai usare, per esempio, per compensare alcune categorie di contribuenti a cui hai chiesto più tasse e che hanno subito una riduzione del reddito”. E’ per questo che la battaglia di Monti dovrebbe trovare molti supporter.
Così prenderanno gli evasori
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