di Paolo Savona
Il problema centrale che va risolto in Europa è come collegare stabilità monetaria e finanziaria alla crescita reale e all’occupazione. Il risparmio europeo è piuttosto abbondante, ma in parte resta inutilizzato per l’esistenza di asimmetrie e instabilità presenti sul mercato finanziario europeo, che riducono anche l’efficacia della politica monetaria. Da tempo si discute della necessità d’avere un’attività finanziaria priva di rischio (safe asset) diversa dai Bund tedeschi, in linea di principio per il buon funzionamento del mercato e in linea pratica dato che questi titoli sono insufficienti a soddisfare la domanda europea di safe asset, soprattutto in presenza di una liquidità abbondante.
Il surplus del bilancio pubblico tedesco ne ridurrà anche l’entità. Questa condizione ha riflessi anche sul deflusso di capitali europei, in quanto i risparmi si dirigono verso i titoli di Stato statunitensi, che fungono da safe asset globali. Il risultato è una debolezza unita a frammentazione del mercato finanziario europeo, una struttura dei tassi dell’interesse al suo interno e a livello internazionale alterata dall’assenza di un safe asset alternativo; una lacuna che si riflette sui rapporti di cambio dell’euro e neutralizza gli sforzi di rientro dagli eccessi di indebitamento ottenibili con avanzi di bilancio pubblico, come quelli richiesti dalla Commissione e attuati dall’Italia in questi ultimi anni.
Le condizioni affinché questi asset vengano emessi consentendo di rimuovere le carenze dell’assetto monetario e finanziario europeo brevemente indicate anche per accrescere la posizione internazionale dell’euro sono le seguenti: l’emittente deve essere un’autorità sovranazionale europea; ciascuno Stato-membro rimane pienamente responsabile dei suoi debiti: i crediti concessi agli Stati-membri in contropartita della raccolta con i safe asset vanno legati all’attuazione di una politica decisa di comune accordo.
I benefici che una tale iniziativa porterebbe all’Unione e agli Stati-membri sarebbero quelli di stabilizzare e ridurre il costo dell’indebitamento liberando risorse che possono essere utilizzate per effettuare investimenti pubblici, migliorare l’istruzione e la ricerca, mantenendo un bilancio pubblico equilibrato; di ridurre il peso dei titoli sovrani rischiosi nei bilanci delle banche avviando a soluzione un problema che crea tensioni nelle relazioni politiche europee ed eviterebbe l’introduzione di rigidità nella gestione dei portafogli bancari.
L’emissione di safe asset non richiederebbe un nuovo accordo intraeuropeo essendo già nei poteri dello European Stability Mechanism. Si dovrebbe solo stabilire sul piano tecnico il suo funzionamento per rispettare i tre capisaldi indicati (la natura sovranazionale; la piena responsabilità nazionale dei debiti contratti; la loro concessione legata a una politica decisa di comune accordo). Il raggiungimento di un siffatto consenso invierebbe il messaggio che, attraverso la circolazione senza asimmetrie o vincoli del risparmio europeo, si muove un passo verso un’Unione capace di affrontare i nodi la cui mancata soluzione le fanno perdere consenso. (riproduzione riservata)
Fonte: da MF - Milano Finanza del 28/02/2019