Con la possibilità di allungare gli orari di apertura, vendere i farmaci di fascia C e anche i carburanti, la grande distribuzione appare come il match winner delle liberalizzazioni del governo Monti. In un colpo solo sono già state accolte una buona parte delle richieste avanzate per anni dai grandi del commercio. Ci sarebbe, dunque, di che esultare, eppure Giovanni Cobolli Gigli, presidente della Federdistribuzione, è quanto mai attento a misurare toni e parole. «La nostra non è la vittoria dell’ arroganza lobbistica – commenta – Tutt’ altro. Siamo pienamente responsabili e coinvolti negli sforzi per far ripartire la crescita. Rappresento aziende che pagano il Fisco fino all’ ultimo euro e che per definizione non delocalizzano». L’ unica cosa sulla quale Cobolli Gigli non transige è il rispetto delle nuove leggi. «Siamo disposti a rendere conto della gestione degli orari di apertura ma se in sede locale venissero disapplicate le norme sancite dallo Stato saremmo costretti, nostro malgrado, a inoltrare segnalazioni all’ Antitrust e successivamente a ricorrere ai Tar». Non abbiamo nessuna intenzione punitiva nei confronti del piccolo commercio, sostiene Cobolli Gigli, «anzi pensiamo che questa possa essere l’ occasione per cambiar passo». Finora da quando è scoppiata la Grande Crisi, secondo i dati di Federdistribuzione, il saldo tra chiusure di negozi e aperture di nuovi non è stato negativo e quindi non «si è verificata la temuta desertificazione dei centri storici, ad esempio». Con la recessione in agguato c’ è da mettere in conto novità negative rispetto ai pur difficili anni 2008-2009-2010 ma, secondo Cobolli Gigli, si tratta di tendenze che possono e devono essere contrastate efficacemente. «Se le autorità locali vogliono aiutare il piccolo commercio non c’ è nulla di male. La strada maestra, a nostro parere, è però quella della specializzazione dei punti vendita. Il negozietto generalista nel commercio moderno rischia di più e non solo per colpa degli orari. La specializzazione può andare di pari passo con l’ ingresso sul mercato da parte di giovani, ingresso incentivato dalle esenzioni fiscali di cui godono per cinque anni». E ancora, si può far ricorso alla formula del franchising. «Le sto dicendo – scandisce il presidente dei big del carrello – che ci sono gli spazi per una collaborazione tra grande distribuzione e dettaglianti. Una collaborazione che può e deve andare a vantaggio del consumatore». Ma la possibilità di tenere aperti i supermercati quasi sempre da parte di soggetti economici forti come Carrefour/Auchan/ Esselunga, non rischia di essere una forma di dumping che mette fuori mercato i dettaglianti? «Le assicuro che nessun gruppo, anche multinazionale, ha tempo e voglia di lavorare in perdita pur di far fuori la concorrenza. La redditività del settore è bassa, la concorrenza interna è forte e quindi nessuno aprirà per fare un dispetto ai commercianti ma solo se penserà di vendere e movimentare la merce». Gli orari, quindi, si allungheranno «con prudenza economica». Solo se ci sarà domanda. Speriamo, aggiunge Cobolli Gigli, che queste novità di legge consentano di attivare nuove assunzioni di giovani, magari usando il contratto per l’ apprendistato. «È chiaro che in una situazione economica così turbolenta non posso dar numeri e garanzie. Ma i nostri sforzi vanno in questa direzione». Un tema sul quale Federdistribuzione è disposta a prendere impegni è quello dei distretti commerciali che non devono essere necessariamente collocati in periferia. «Il grande supermercato può servire ad attrarre clientela in un distretto, clientela che poi troverà intorno negozi specializzati e botteghe artigiane. È un esempio di sinergia possibile tra grandi e piccoli. Anche noi siamo interessati a che nei centri storici non si creino intere vie con serrande chiuse e vetrine arrugginite. L’ Italia è bella proprio in virtù del suo paesaggio urbano».
Fonte: Corriere della Sera 11 gennaio 2012Cobolli Gigli: “I big non uccidono le botteghe. C’è posto per tutti, aperti a lavorare insieme”
L'autore: Dario Di Vico
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