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Chiellini, esempio virtuoso

il No di Chiellini allo Sciopero Valore di un Gesto Responsabile.
Qualcosa anche nel mondo del calcio si sta lentamente muovendo. Le prese di posizione di Giorgio Chiellini e Gianluigi Buffon, contrarie allo sciopero indetto dai calciatori, indicano un cambio di mentalità. Il riconoscimento che di fronte alla Grande Crisi non possono più esistere zone franche, tantomeno se sono popolate da giovani milionari strapagati a prescindere dai risultati. Da anni il calcio sta subendo le conseguenze della sentenza Bosman. Una liberalizzazione anomala perché invece di aprire il mercato ha massimizzato il potere di uno solo dei soggetti in campo, i calciatori, e ha finito per creare quella che potremmo chiamare una «bolla retributiva». Ci sarebbe voluta in questi anni un’ autoriforma che riequilibrasse per tempo diritti e doveri, stipendi e ricavi, ma né le società né le associazioni di rappresentanza hanno avuto la lungimiranza e la forza per costruirla. Ora però i nodi sono venuti al pettine, i maggiori club del mondo hanno contratto maxidebiti che non sanno come ripianare e continuano a spendere più di due terzi delle loro entrate per pagare i divi del pallone.Un’ industria così è condannata al default, è solo questione di tempo. Le leggi dell’ economia non perdonano. Le autorità internazionali parlano da tempo di adottare regole di fair play finanziario e conseguenti sanzioni per gli inadempienti, ma per ora sono solo delle intenzioni che inevitabilmente sarebbero calate dall’ alto e come tali destinate a incontrare forti resistenze.Se però nel frattempo club e calciatori cominciano a sperimentare nuove formule, ecco che tutto diventa più semplice o comunque meno complicato. Si può creare un cortocircuito positivo tra normative internazionali e comportamenti degli operatori. Lo sciopero dei calciatori italiani tenta di impedire tutto ciò, è l’ estremo tentativo di conservare lo status quo dei privilegi, di impedire la discontinuità. E allora il valore del gesto di Chiellini sta proprio qui, indica ai giovani colleghi un’ altra strada, quella della ragionevolezza e della responsabilità. Lo stopper della Juventus avrebbe, per età e quotazione di mercato, la possibilità di esercitare al massimo la sua forza negoziale (magari prospettando l’ ipotesi di trasferirsi all’ estero), invece ha scelto, qualche giorno fa, di firmare con la società un contratto che, tra le altre cose,lega la paga ai risultati del club. Sgonfiare la bolla di Bosman si può.

Fonte: Corriere della Sera del 2 dicembre 2010

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