Mettiamo subito le carte in tavola. Credo che il Paese non possa permettersi di andare alle elezioni anticipate. Nei prossimi mesi saranno richieste al Governo italiano come a tutti gli esecutivi europei assunzioni di responsabilità cruciali sia sul versante delle politiche pubbliche sia su quello, altrettanto importante, della riforma della governance, un aspetto che, per la natura stessa dellUnione, chiamerà in causa direttamente le scelte di bilancio e quindi i loro effetti sulleconomia dei singoli Stati. In questi frangenti, lItalia non può marcare visita ed impegnarsi in una campagna elettorale rissosa ed avvelenata. Certo può accadere che non vi siano alternative e che il vento di (lucida) follia che ha iniziato a spazzare via ogni punto fermo del sistema politico, finisca per trasformarsi in tempesta. E il BelPaese corra precipitosamente verso una consultazione elettorale dallesito incerto, visto che tutti gli analisti sono pronti a certificare che al Senato, con questa legge elettorale, difficilmente vi sarà una maggioranza corrispondente a quella della Camera. Ma procediamo con ordine.
Sembra assodato che vi sarà crisi di governo. Se Silvio Berlusconi vorrà come è giusto andare fino in fondo, alla Camera la mozione di sfiducia Fli, Udc e gruppi minori riceverà i voti degli ascari della sinistra. Al premier non resterà altro che salire al Colle e presentare le dimissioni. A questo punto si avvieranno le procedure previste dalla Carta Costituzionale, le quali assegnano la regia della crisi al Presidente della Repubblica. La maggioranza può anche infischiarsene
Ecco perché, la maggioranza non può limitarsi a gestire questa fase di grande difficoltà secondo una strategia (dopo questo Governo cè solo il voto) sicuramente corretta, ma adottata allinizio della crisi politica estiva, in un contesto assolutamente diverso dallattuale. Facciamo un solo esempio, crudo ma calzante. Berlusconi stesso ha temuto lo ha detto pubblicamente che la diga contro un possibile esecutivo tecnico, al Senato, potrebbe crollare, grazie ad uno smottamento di alcuni settori del PdL (che pure hanno dato segnali di incertezza). Se avessero preso una posizione autonoma ad agosto, questi colleghi sarebbero sembrati dei
E bene, allora, seguire lo svolgimento della crisi passo dopo passo, con la capacità di interpretare le mosse degli avversari ed agire di conseguenza. Anche Fini e Casini dovranno dar prova di responsabilità. I loro obiettivi sono evidenti: agiscono per conto di quei poteri forti che vogliono la testa di Silvio Berlusconi. In nessun altro modo si spiega la decisione di far cadere un Governo che ha ben operato, anche negli ultimi mesi, nonostante lo sfarinamento della maggioranza. Sarebbe da irresponsabili, però, confermare questo loro oscuro disegno, condizionandolo allesigenza di governabilità che il Paese esprime.La resa dei conti può essere rinviata a tempi migliori.
C’è la crisi. Al paese serve stabilità, ma non quella di Fini e Casini
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