Un governo “di transizione” con il solo scopo di fare una legge di bilancio per il 2020 che consenta di evitare l’aumento dell’Iva e finanziare le spese obbligatorie con una manovra da 30 miliardi di euro (visto che 23 miliardi servono solo per non far aumentare l’Iva) sarebbe un governo di corto respiro che rinvierebbe alla prossima primavera tutti i problemi.
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Gli articoli dei nostri soci pubblicati sui giornali italiani
Industria 4.0, l rilancio passerà da uno Stato più capace
Il giusto rilancio di Industria (Impresa) 4.0 nel programma del governo chiama in causa la fantasia e la competenza dei neo-ministri pentastellati allo Sviluppo economico (Stefano Patuanelli), all’Innovazione tecnologica (Paola Pisano) e all’Istruzione (Lorenzo Fieramonte) sotto la sorveglianza del ministro all’Economia Roberto Gualtieri.
L’autocontrollo dei social
Fake news, hate speech, interferenze sulla sicurezza nazionale: quando i Big Tech fanno male. Ma una regolamentazione privata dei contenuti è preferibile a una pubblica
LA LUNGA QUERELLE TRA FISCALISTI E MONETARISTI
I mercati si aspettavano quanto la Banca centrale europea ha deliberato quasi alla vigilia del cambio di Presidente. Lo mostra chiaramente la reazione molto positiva delle Borse.
Governare i barbari
L'Europa non basta. Che cosa può fare il prossimo governo per archiviare il doppio populismo, per ridare energia all'Italia ed evitare che la pazza svolta in Parlamento diventi un regalo per i nuovi e per i vecchi estremisti. Ottimisti e pessimisti a confronto in un "girotondo" di idee.
I PRECEDENTI DEGLI ANNI 80
Oggi il Consiglio dei ministri è convocato per approvare l’'assestamento di bilancio'. Mai questa legge ha avuto così tanto notorietà, eppure non si tratta di una novità. È il disegno di legge finalizzato ad 'assestare' le previsioni di bilancio, che il ministro dell’Economia presenta alle Camere entro il mese di giugno di ciascun anno.
Sfida hi-tech europea per le imprese italiane
“Se oggi solo 5 delle 40 più grandi imprese a livello globale sono europee allora c’è qualcosa che non va”: è l’allarme lanciato a margine del “Manifesto franco-tedesco per una politica industriale europea adatta al 21° secolo”, firmato lo scorso 19 febbraio dai ministri delle finanze e dell’economia Le Maire e Altmaier.
Chi ha vinto (e chi ha perso) nel risiko europeo delle nomine
Ha vinto l’asse franco–tedesco che si è assicurato le posizioni chiave, mentre ha perso il federalismo che da tempo puntava su un approccio elettivo. Il commento di Giuseppe Pennisi
È INUTILE INCOLPARE L’EUROPA SE L’ITALIA HA SMESSO DI CRESCERE
Almeno venti anni fa era già evidente che, per partecipare da protagonista nella globalizzazione, l’Unione europea doveva diventare “più grande” come popolazione, mercato e Pil e “più profonda” e cioè “più forte” come assetto istituzionale e rappresentanza politica.
I mali dell’Italia: i rischi di una falsa spiegazione
Trasforma in oro di consensi il piombo dell’accusa all’Europa di aver prodotto, con la sua austerità, debito e stagnazione. Una totale falsità, ma che si diffonde nella popolazione, ne influenza preferenze elettorali e scelte di vita: quanto tempo ci andrà perché quel veleno venga metabolizzato? L’Argentina dei decenni passati, il Venezuela di oggi ci ricordano che tempi e sofferenze possono essere senza fine.