Sono stati ripresi gli studi avviati dall`ex ministro dell`Economia, Giulio Tremonti.
Che aveva passato al setaccio tutti i beni di famiglia dell`Italia, dagli immobili alle partecipazioni.Fissandone il valore. Ed aveva anche chiamato i big internazionali dell`investment banking per guardar bene nelle società al i00% pubbliche partendo da quelle con un surplus di capitale, come Sace e Fintecna. Un tesoretto da tenere in considerazione (per Fintecna il capitale in esubero si aggira sui 2,7 miliardi di euro) se si vuole trovare una strada percorribile per accelerare la riduzione dell`enorme debito pubblico del paese. Un obiettivo questo che è diventato, se è possibile, ancora più urgente con l`aggravarsi della crisi dei debiti sovrani che ha portato l`Italia nel vortice della tempesta dei mercati. Tremonti ha trasferito tutto obiettivo e approfondimenti fatti – ai ministri del nuovo governo guidato da Mario Monti.
«Ho le spalle ricurve a causa del debito italiano…» ha detto il premier qualche giorno fa con una battuta che non sminuisce certo l`importanza e la priorità della questione. A cui guardano in primo luogo i mercati ed anche la stessa Unione europea. E sulla quale sono impegnati a tempo pieno gli esperti del ministero dell`Economia e dello Sviluppo per un`indagine a quattro mani. Un indagine che ruota su un punto fondamentale: il ruolo centrale della Cassa depositi e prestiti nel ventaglio delle possibili ipotesi da adottare. Nella ricerca di un meccanismo che possa accompagnare il procedimento maestro che affida la riduzione del peso del debito all`aumento dell`avanzo primario e alla crescita del Prodotto interno lordo. Un processo dove peraltro il governo ha già fatto dei passi in avanti visto che, come sostengono gli economisti della Banca d`Italia, nel 2013 l`avanzo primario, sulla base delle manovre già varate, dovrebbe raggiungere il 5% del Pil.
Cassa depositi e prestiti, patrimonio pubblico e società controllate dallo Stato: sono questi gli elementi sui quali gli esperti stanno ragionando per trovare la quadra. Laddove la Cassa, in grandi termini, è il soggetto che compra e lo Stato è il soggetto che vende e utilizza gli incassi per abbattere il debito. Le ipotesi attorno a questi elementi sono più d`una e sono all`esame dei tecnici dei ministeri e soprattutto della società presieduta da Franco Bassanini, che stanno cercando di ottenere innanzitutto le valutazioni necessarie di cespiti e asset partendo dagli approfondimenti già fatti. Se ne sta parlando molto – è possibile che se ne discuta al consiglio di amministrazione della Cdp di domani – anche se i tempi, vista la delicatezza del problema, non appaiono stretti. «Sono questioni che riguardano gli agli azionisti» ha detto ieri il presidente della Cassa Franco Bassanini.
Il governo, quindi, innanzitutto che possiede il 70% del capitale della Cassa. Ma anche le Fondazioni, i soci privati che detengono un`importante 3o%. Gli enti di origine bancaria hanno le risorse, anche se stressate dalle esigenze di rafforzamento del capitale delle banche partecipate, ma hanno pure delle convinzioni precise.
Sono favorevoli ad esaminare ipotesi di acquisto di partecipazioni di società pubbliche – la Cassa lo ha già fatto in passato – ma vogliono conoscere bene il loro valore e, soprattutto, vogliono che ogni operazione avvenga secondo le regole del mercato. In altre parole, che l`affare sia conveniente per la Cassa e produca loro un rendimento adeguato: tanto per dire su quale metro di riferimento ragionano le Fondazioni guidate dal presidente dell`Acri, Giuseppe Guzzetti, tra il 2004 e il 2010 hanno guadagnatd dal loro investimento nella Cassa mediamente più del 13% l`anno. Le Fondazioni sono anche poco propense a superare il tradizionale perimetro di azione della società presieduta da Bassanini e per pronunciarsi su una o l`altra ipotesi hanno già fatto sapere che aspettano di vedere nero su bianco, cifre e date.
Un altro elemento ancora da verificare riguarda appunto il perimetro di azione della Cdp, che si muove al di fuori della pubblica amministrazione da quando per statuto, in occasione della sua trasformazione in società per azioni con l`ingresso di soci privati, è stata affidata alla vigilanza della Banca d`Italia. In particolare rientra tra gli intermediari finanziari ex articolo 107, cioè iscritti negli albi speciali, che sono sottoposti a vincoli decisamente meno stringenti rispetto a quelli previsti per le banche potendo del resto svolgere un`attività nettamente più limitata. La Cassa, pur essendo un intermediario atipico, potrebbe trovarsi – nel portare avanti l`azione di smaltimento del debito pubblico che punta a liberare 5o miliardi di risorse – nelle condizioni di dover allargare il suo raggio d`azione sul mercato. Ed in quel caso con ogni probabilità dovrebbe fare i conti col cambiamento delle regole della Vigilanza, ancora tutto da studiare.
Molte cifre, comunque sono già pronte: le hanno messe a punto solo qualche mese fa gli economisti della Cassa depositi e Prestiti guidati da Edoardo Reviglio. Il patrimonio pubblico dello Stato vale, euro più euro meno, 1800 miliardi di cui zoo miliardi – tra crediti, concessioni, immobili e partecipazioni – – «immediatamente valorizzabili». In particolare il patrimonio immobiliare è stimato in 50o miliardi, suddivisi tra g mila istituzioni differenti. Le socie- tà in cui lo Stato partecipa o controlla sono oltre 13 mila per un valore che sfiorai 45 miliardi, senza contare quelle che si muovono nel mondo degli enti locali. Quanto al debito pubblico che nel 2o10 rappresentava il 118% del Pil nel 2012 risalirà in prossimità del 120%.
Cdp, il piano per il debito 50 miliardi L`ammontare che Cassa depositi e prestiti potrebbe versare al Tesoro per rilevare le partecipazioni azionarie di Fintecna e Sace SAC E È un gruppo assicurativo-finanziario attivo nell`export credit, nell`assiCurazione del credito, nella protezione degli investimenti, nelle garanzie finanziarie, nelle cauzioni e nel factoring. Il gruppo sostiene la crescita di oltre 20 mila imprese in più di 180 Paesi, garantendo flussi di cassa più stabili e trasformando i rischrdi insolvenza in opportunità di sviluppo. È di proprietà al 100% del ministero del Tesoro ` Società interamente controllata dal ministero dell`Economia e delle Finanze. È attiva nella gestione di partecipazioni e dei processi di privatizzazione.
Si occupa anche della ristrutturazione di aziende in difficoltà sotto il profilo industriale, economico-finanziario e organizzativo, accompagnandole alla liquidazione W:ARCO L`incremento è inferiore a quello registrato nella media di Eurolandia ma il rapporto – che dovrebbe scendere al 6o% in vent`anni – resta di gran lunga il più alto.
Cassa Depositi e debito pubblico. Il via condizionato delle Fondazioni
Commenti disabilitati.