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Burocrazia, la lezione del Colosseo

IL MINISTRO dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi ha affrontato il problema della Quadriennale d’ arte rinviata per mancanza di fondi richiamando l’ opportunità di coinvolgere capitali privati per la Fondazione, così come per altre iniziative e strutture di rilevanza culturale che lo stato non può mantenere. Non è una novità: sono decenni che le risorse per le attività culturali sono inadeguate al patrimonio e alle potenzialità. Ma le risorse private non arrivano. La prima ragione indicata è che non c’ è in Italia una cultura del mecenatismo come in altri paesi, la seconda che il fisco non favorisce. Tutto giusto. Ma ce n’ è un’ altra più determinante: per un privato finanziare attività culturali è difficilissimo, spesso impossibile. Abbiamo sotto il naso il caso esemplare del Colosseo, per il restauro del quale sono pronti ormai da due anni 25 milioni messia disposizione da Diego Della Valle, che non si riesce ad utilizzare. Ricorsi al Tar di Codacons e ambulanti, trafile burocratiche mostruose: il Colosseo continua a perdere pezzi, i milioni sono fermi e i lavoratori che in tempi di magra potrebbero trovare uno sbocco sono in attesa. Il Tar si pronuncerà il 20 giugno, le gare (se la sentenza non sarà negativa) si concluderanno forse in autunno,i lavori se tutto va bene potranno cominciare a fine anno. Tre anni tortuosi per fare una cosa che si deve fare: restaurare il Colosseo. Di fronte a un’ esperienza così chi volete che metta i soldi per restaurare i monumenti, finanziare il Maxxi o la Quadriennale? È ora di smetterla di farci male da soli. Il Colosseo può essere l’ occasione. Il ministero e le istituzioni studino la vicenda, analizzino gli errori, individuino gli ostacoli normativi che hanno reso il percorso così inutilmente faticoso. Correggano i primi, rimuovano i secondi, e rendano trasparente e con tempi certi una procedura unica. Non sembra un’ operazione impossibile ma un semplice esercizio di buon senso. Che spesso manca. –

Fonte: Repubblica del 5 giugno 2012

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