E il momento di dare un significato preciso agli eventi che stiamo vivendo in un periodo gravido di rischi per la tenuta del Paese, a partire dalle istituzioni civili e democratiche fino agli assetti economici e sociali.
Da una parte cè un anziano signore (abbiamo compreso di chi si parla) che, come tanti della sua età, ha bisogno di conferme, soffre di unossessione per laltrui sesso (aveva ragione lex moglie a parlare di malattia), quasi di una dipendenza, al punto di circondarsi di lenoni, prosseneti che, al pari di veri e propri pusher, gli procurano le compagnie di cui ha bisogno (senza alcuna difficoltà, perché tante sono le volontarie disponibili), allo scopo di ricevere, in cambio, benemerenze e vantaggi economici, in considerazione del potere politico e della ricchezza di cui lanziano signore dispone. Questa persona non è né il solo, né il primo e non sarà lultimo potente a cui si possono riferire siffatti stili di vita. Personalità che sono icone della democrazia e del socialismo, padri della Patria, protagonisti della Storia, capitani dindustria, grandi artisti, insigni prelati, sovrani ed imperatori hanno condotto vite del tutto conformi a quelle che si intravvedono (o si immaginano) dal buco della serratura della villa di Arcore o di Palazzo Grazioli. Basterebbe citare il celebre pensiero di Blaise Pascal a proposito del naso di Cleopatra e della sua influenza sulla storia del mondo. Ebbene, questi comportamenti discutibili, relativi alla vita privata, sono sempre rimasti protetti, in passato, dalla riservatezza, anche quando di essi si parlava con insistenza. Poi, più recentemente, la libera stampa ha svolto una benemerita funzione di indagine e di denuncia spesso rovinando promettenti carriere. Ed è un bene che esista un giornalismo di inchiesta che non guarda in faccia a nessuno. E che sia imparziale. Dallo scandalo Watergate in poi, anche se pochi sono gli imitatori, questa è diventata la regola.
Nel nostro caso, però, la realtà è ben diversa. E qui sta laltro corno della questione- Italia. E ammissibile che talune Procure si pongano – pregiudizialmente e a tavolino – un assillo: come possiamo rovesciare Silvio Berlusconi e il suo governo? E pur di adempiere a questa missione abusano del potere loro conferito dalla legge, intercettandone le conversazioni e spiandone ogni momento della vita privata, con impiego massiccio di mezzi e di risorse, come se si trattasse di neutralizzare lerede di Al Capone. Centinaia, migliaia di intercettazioni telefoniche vengono trascritte, anche se non riguardano indagini in corso, perché lobiettivo non è quello di perseguire dei reati, ma di sputtanare costi quel che costi il tiranno, ingigantendone i vizi agli occhi dellopinione pubblica, grazie al contributo di una stampa a cui non è richiesta neppure la fatica di andarsi a cercare le notizie attraverso le inchieste, perché riceve nelle redazioni pacchi di documenti che raccolgono ogni parola, ogni frase di quelle che dette al telefono metterebbero in difficoltà chiunque.
Nelle intercettazioni, pubblicate su pagine e pagine dei quotidiani, i colloqui non solo non prefigurano ipotesi di reato, ma spesso non sono neppure censurabili sul piano dellopportunità, del bon ton (pensiamo ad una telefonata tra Berlusconi e lArcuri). Oppure sono evidentemente delle battute goliardiche, forse discutibili ma nulla di più. Cè davvero qualcuno disposto a credere che Berlusconi parlasse sul serio quando raccontava che undici donne si erano messe in fila davanti alla sua camera da letto ma lui era riuscito ad accontentarne solo otto perché quella sera era stanco?
Questa è la sostanza: siamo in presenza di un tentativo reiterato di golpe istituzionale da parte di talune Procure ma la Spectre mediatico-giudiziaria è riuscita a far credere che il problema del Paese siano le scappatelle di Silvio Berlusconi. Il premier si è sicuramente ed imprudentemente infilato – al cospetto dellopinione pubblica mondiale – in situazioni imbarazzanti, ha dato confidenza a personaggi che non la meritavano (che Paese quello in cui un alto ufficiale della GdF affida a Valter Lavitola una raccomandazione per ottenere una promozione !), usa al telefono un fraseggio spesso imbarazzante, è raggiungibile ovunque da signorine disinvolte e disinibite, ma ben consapevoli di un destino liberamente scelto (quando era bambino ricordo che una lavorante di mia madre – sarta – aveva unamica che lavorava in una compagnia di varietà: parlando di lei diceva sempre che per fare quel mestiere occorreva
Berlusconi non cede al ricatto dei giudici, ma forse al paese serve altro
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