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Bankitalia:tasse troppo alte, ma si deve ripensare all’Ici

«L’ abolizione dell’ Ici sulla prima casa era sbagliata» Graziano Delrio, presidente Anci «L’ esenzione è un’anomalia rispetto agli altri Paesi». Via Nazionale propone «una riduzione dei contributi sociali»
La pressione fiscale è troppo alta e sbilanciata, frena la crescita. Occorrerebbe ripensare e rimodulare aliquote e tributi agevolando quelli sul lavoro e bisognerebbe, forse, reintrodurre l’ Ici sulla prima casa, in un’ ottica di equità oltre che di recupero del gettito. L’ esortazione è della Banca d’ Italia che ieri, nel corso di un’ audizione in Parlamento del capo economista Daniele Franco, ha passato sotto la lente di ingrandimento le misure contenute nella delega fiscale che è parte integrante della manovra varata a metà agosto per anticipare e accelerare il riequilibrio dei conti pubblici. L’ analisi dei tecnici dell’ Istituto di via Nazionale è molto severa e non solo per la richiesta di cancellare quell’ esenzione per la casa d’ abitazione che era stata tra i primi interventi attuati da Silvio Berlusconi dopo l’ insediamento del suo governo. Si tratta di una misura «del tutto anomala nel contesto internazionale», che determina «una sperequazione» ai danni delle famiglie che vivono in affitto. Ma anche perché fotografa una pressione fiscale, già elevata, destinata a crescere ulteriormente nei prossimi tre anni per effetto delle misure di aumento delle entrate incluse nei provvedimenti approvati nel corso dell’ estate: l’ incremento del peso tributario tra il 2010 e il 2013 «sarebbe compreso tra 1,3% e 2,3% o anche di più se gli enti locali compensassero anche solo in parte la riduzione dei trasferimenti statali decisa con la manovra estiva». Il problema è che il sistema fiscale è sbilanciato, poggia in grande parte sull’ Irpef e pesa soprattutto sul lavoro e sull’ impresa. Quello che Bankitalia sollecita è una correzione di rotta della strategia fiscale con un’ esigenza prioritaria di assecondare il raggiungimento del riequilibrio dei conti pubblici e la ripresa del processo di sviluppo. Che potrebbe essere favorito da «una riduzione dei contributi sociali a fronte di corrispondenti aggravi della tassazione della proprietà immobiliare o dell’ imposizione indiretta». Senza contare che «resta centrale la lotta all’ evasione fiscale». Ma bisogna evitare anche scelte che «possano accrescere l’ incertezza e la variabilità del gettito». E occorre «procedere rapidamente a una valutazione realistica dei margini esistenti per ridurre la spesa assistenziale e dell’ entità del gettito che potrebbe provenire da una razionalizzazione del sistema fiscale». Una volta messo in sicurezza il bilancio, superate le tensioni sui titoli del debito sovrano, allora, secondo gli economisti di Bankitalia, bisogna intervenire sui singoli tributi. Sul comparto immobiliare per esempio «sarebbe auspicabile una riduzione del prelievo sui trasferimenti a titoli oneroso», nonché una rivalutazione catastale. Quanto alla revisione delle rendite finanziarie dovrebbe essere ripensata la tassazione ridotta al 12,5%, rispetto al 20% generale, dei titoli pubblici italiani ma soprattutto dei buoni postali «perché potrebbe determinare svantaggi competitivi per la raccolta delle banche».

Fonte: Corriere della Sera del 14 ottobre 2011

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