«Nonostante la debolezza della domanda di lavoro, l’ampiezza della platea dei potenziali beneficiari rende difficile prevedere se le risorse stanziate saranno sufficienti ad accogliere tutte le domande di incentivo». È la valutazione di Andrea Brandolini e Sandro Momigliano esperti del Servizio studi di struttura economica e finanziaria di Bankitalia, ascoltati ieri in audizione al Senato.
«È possibile che un razionamento delle domande in base all’ordine cronologico di arrivo, come previsto dal decreto legge, sia necessario hanno affermato gli esperti soprattutto nelle regioni centro-settentrionali per le quali uno stanziamento minore deve far fronte a una domanda di lavoro più elevata», aggiunge. Infatti nel complesso, secondo i calcoli presentati ieri, i vincoli di finanziamento consentono di incentivare ogni anno l’assunzione di un numero di giovani lavoratori «compreso tra 30 e 50mila».
Invece, la platea di chi potenzialmente potrebbe beneficiare del decreto è molto più ampia: si tratta di quasi 2,9 milioni di persone (si veda la tabella qui sopra), circa la metà della popolazione nella classe di età compresa fra i 18 e i 29 anni, che appartiene alle forze di lavoro o è disponibile a lavorare. La stima di Banca d’Italia include infatti anche 800mila occupati che soddisfano due criteri previsti dal decreto (non aver conseguito un diploma di scuola media superiore o professionale; vivere soli in famiglia con una o più persone a carico) oltre a 900mila disoccupati e a 1,2 milioni di persone che non appartengono alle forze di lavoro ma si dichiarano disponibili a lavorare. Le misure per favorire l’occupazione adottate dal Governo con il recente decreto potrebbero quindi secondo gli esperti della Banca centrale, avere scarsi effetti: «L’entità contenuta e l’allocazione delle risorse finanziarie su più interventi ne limitano probabilmente l’efficacia nell’elevare i livelli occupazionali». Inoltre «va tenuto presente che gli incentivi presentano problemi noti di inefficienza».
Nell’audizione, i due esperti di Bankitalia hanno anche dato una valutazione positiva sullo stato dei conti pubblici, sottolineando che il loro attuale andamento appare coerente con il conseguimento dell’obiettivo che il Governo si è dato per l’anno in corso, con un target per l’indebitamento netto pari al 2,9% del Pil, di cui 0,5 punti deriveranno dai maggiori rimborsi dei debiti commerciali relativi a spese in conto capitale. «Nei primi sei mesi del 2013 il fabbisogno del settore statale corretto per tener conto dei principali fattori di natura finanziaria, che non incidono sull’indebitamento netto, è risultato lievemente inferiore a quello del corrispondente periodo dell’anno precedente».
Bankitalia: risorse agli incentivi insufficienti
Commenti disabilitati.