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Baldassarri:”L’Isae resti e lavori per il Parlamento”

“Presenterò un emendamento contro la soppressione”, annuncia l’economista senatore del Pdl. “Tutti i paesi civili hanno un istituto di ricerche economiche pubblico e super partes”
Il senatore Mario Baldassarri del Pdl
ROMA – “Presenterò un emendamento soppressivo della soppressione”. Mario Baldassarri, senatore del Pdl, economista, già vice ministro dell’Economia, non è affatto d’accordo con la norma della manovra che prevede la scomparsa dell’Isae, l’istituto di ricerche economiche pubblico. “Tutti i paesi civili del mondo ne hanno uno”, osserva. “Ma Tremonti ha fatto bene a sollevare il problema, offrendo l’occasione per una sistemazione migliore”.
Quale sistemazione?
“Attualmente l’Isae dipende dal ministero dell’Economia. Bisognerebbe invece sancire anche formalmente l’indipendenza dall’esecutivo stabilendo che risponda al Parlamento. Non sto inventando nulla: il modello dovrebbe essere l’americano Cbo, il Congressional Budget Office”.
Ma non ci sono già i servizi studi di Camera e Senato?
“Sì, e funzionano molto bene. Ogni legge è accompagnata da una relazione tecnica, necessaria per analizzarne i costi e gli effetti, e sono appunto questi uffici a svolgere questo compito indispensabile. Sarebbe però più che opportuno integrare il loro lavoro con analisi di macroeconomia, che oggi la carenza di risorse umane rende problematico affrontare”.
Lo ritiene necessario?
“Lo ritengo importantissimo. In Italia ci sono molti centri studi, anche molto autorevoli. Ce l’ha la Confindustria, ce l’hanno i sindacati, anche io ho fondato un piccolo organismo del genere, che si chiama “Economia reale”. Ma ci dev’essere anche un istituto al servizio del Parlamento, super partes, come c’è, ripeto, in tutti gli altri paesi avanzati. E’ questo che dev’essere l’Isae”.
Intanto i dipendenti dell’Isae, che da alcuni giorni hanno deciso di occupare a oltranza la sede, hanno diffuso un comunicato per replicare al ministro dell’Economia che, intervenendo in Tv ad Annozero, aveva parlato di “una villa bellissima al centro di Roma”, organi che costano “bei soldi”, spese generali elevate. Il parco auto, dice il comunicato, consta di una sola Fiat Stilo 1.600 in leasing (su indicazione della Consip). La villetta era la sede dell’Isco (dalla cui fusione con l’Ispe è nato l’Isae) ed è in affitto dalla Banca d’Italia, mentre alcuni altri appartamenti affittati in un palazzo accanto saranno lasciati tra breve, risparmiando così gli affitti. L’abolizione di presidente, Comitato Amministrativo e Collegio dei revisori farebbe risparmiare circa 135.000 euro l’anno, una cifra che non si può definire elevata. Nel frattempo le firme all’appello contro la soppressione dell’istituto hanno quasi raggiunto quota 3.000.

Fonte: Repubblica 7 giugno 2010

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