A giorni la Commissione europea presenterà la sua proposta di riforma del Patto di Stabilità e Crescita, quell'insieme di vincoli che limitano il disavanzo e il debito - rispettivamente - al 3 e al 60 per cento del Pil. Una simile revisione è stata richiesta da tutti, ma proprio tutti, i nostri politici. Le attuali norme sono considerate complicate, rigide e, per alcuni versi, dannose.
Contro la stagflazione selezioniamo la spesa
Il Paese non è in recessione» ha spiegato Mario Draghi nell’ultima conferenza stampa. «Ma certamente», ha aggiunto «vi è un rallentamento della crescita». Un aumento del Prodotto interno lordo (Pil) pari al 4,7 per cento, atteso solo qualche mese fa, non è più ipotizzabile. Il governo si appresta, infatti, a correggere la previsione nel prossimo Documento di economia e finanza (Def).
UE e patto di stabilità cosa rischia l’Italia
Uno dei temi in agenda al Consiglio europeo del 10 marzo riguarda la revisione delle regole di bilancio. Ossia quell'insieme di norme che limitano il disavanzo e il debito (in rapporto al PIL) delle economie dell'euro.