La decisione del Commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager che ha vietato la fusione delle attività ferroviarie di Alstom e di Siemens, perché così si ridurrebbe la concorrenza nel mercato europeo dei materiali rotabili, è stata, per alcuni, una sanguinosa ferita.
Alstom-Siemens e il nodo concorrenza
«La politica industriale è di nuovo in voga»: così Justus Haucap, professore di Economia ed esperto di concorrenza all’Università di Düsseldorf, inizia sul quotidiano tedesco Die Welt la sua analisi della proposta della francese Alstom e della tedesca Siemens di fondere le loro attività ferroviarie.
Tim, lo spezzatino non serve Una grande azienda italiana, si
“Occorre evitare l’idea, puramente speculativa e cinica, di vendere a pezzi TIM: i servizi, senza la rete, renderebbero TIM sempre più soggetta alle incursioni degli OTT.”
Telecom e la lunga lotta per la rete fissa
Una “proxy fight” quale da noi si vedono poche, aiutata da un provvidenziale intervento dello Stato, quali da noi se ne vedono molti, spodesta l’azionista di maggioranza relativa; ma nomina amministratore delegato la stessa persona che questi aveva designato.
Interessi nazionali, sviluppo e concorrenza
Come non è lo Stato ad avere ricchezze proprie ma sono i cittadini a possederle, così non è lo Stato ad avere interessi propri ma le strutture che essi creano per gestirle, tipicamente le aziende.
Nel tunnel della crisi peggiore
La crisi politica che attraversiamo potrebbe risultare la peggiore che abbiano visto gli italiani viventi. E sì che di drammatiche ce ne sono state.
Il populismo ereditato dalla crisi degli esperti
“Com’è possibile che nessuno si sia accorto che ci stava arrivando addosso questa crisi spaventosa?” La battuta rivolta da Elisabetta agli economisti della LSE resterà forse la più famosa del suo lungo regno: perché la domanda della Regina è la domanda regina.
Garanzie, non parole fuori luogo
È stato un disastro tremendo, fa angoscia pensare agli ultimi terrificanti istanti delle vittime. La mente va ad altre sciagure, terremoti, slavine, crolli di scuole.
Fronte comune sui pericoli dell’inflazione
L’irripetibile occasione di occupare lo Stato induce gli alleati di governo a comporre i dissensi, a diluire e rinviare l’attuazione del “contratto”. Ma basta un incidente - col nostro debito ci vuole poco – e l’uscita dall’euro apparirebbe inevitabile, stampare soldi a volontà finalmente possibile. E l’iperinflazione conseguenza certa: rappresentare questo pericolo è il nucleo intorno a cui dovrebbero coalizzarsi le opposizioni.
Cambiano i governi resta il “braccio armato”
Governo del Cambiamento, si è voluto chiamare: e le occasioni per dimostrarlo, più in un modo che in quell’altro, certo la maggioranza non se le è fatte mancare.