Un provocatorio e – come sempre – graffiante articolo di Thomas L. Friedman sul New York Times del 28 novembre segnala il timore che le tensioni diplomatico-commerciali USA-Cina, culminate lo scorso maggio nell’inserimento del gigante elettronico Huawey nella “Entity list” USA dei sorvegliati speciali in materia di sicurezza digitale e rischio di spionaggio, preparino la costruzione di un “secondo muro di Berlino digitale”.
La battaglia delle diseguaglianze passa da equità fiscale e scuola
Il tema delle crescenti disuguaglianze mondiali nella distribuzione del reddito e della ricchezza è rapidamente scomparso dall’agenda del recente G7 a Biarritz, ma nei prossimi vertici tra i cosiddetti grandi della terra non tarderà a riaffacciarsi, tanto più se si aggraveranno i timori di una prossima recessione mondiale.
Industria 4.0, l rilancio passerà da uno Stato più capace
Il giusto rilancio di Industria (Impresa) 4.0 nel programma del governo chiama in causa la fantasia e la competenza dei neo-ministri pentastellati allo Sviluppo economico (Stefano Patuanelli), all’Innovazione tecnologica (Paola Pisano) e all’Istruzione (Lorenzo Fieramonte) sotto la sorveglianza del ministro all’Economia Roberto Gualtieri.
Sfida hi-tech europea per le imprese italiane
“Se oggi solo 5 delle 40 più grandi imprese a livello globale sono europee allora c’è qualcosa che non va”: è l’allarme lanciato a margine del “Manifesto franco-tedesco per una politica industriale europea adatta al 21° secolo”, firmato lo scorso 19 febbraio dai ministri delle finanze e dell’economia Le Maire e Altmaier.
Più risorse al digitale per creare campioni europei
Il richiamo di Ignazio Visco al fatto che “L’Italia ha risposto con ritardo alla rivoluzione tecnologica” (Considerazioni finali, pag. 11) riflette una particolare sensibilità del Governatore, già dai tempi in cui era capo-economista dell’OCSE e in diversi libri recenti, al ruolo fondamentale degli investimenti in conoscenza e capitale umano nello sviluppo della produttività e del benessere dei paesi.
Se il manifatturiero cambia pelle la produttività torna a crescere
C’è una notizia molto interessante, in questi giorni dominati dall’euroscetticismo di alcuni e dal diffuso pessimismo sulla crescita zero del paese: da 10 anni l’industria manifatturiera italiana non è più in ritardo nella crescita della produttività rispetto a Germania e Francia.
Un’Ice dinamica al servizio delle eccellenze
Nell’intervista di Carmine Fotia di martedi scorso su questo giornale al neo presidente dell’Ice Carlo Ferro (“Useremo la blockchain per tutelare il Made in Italy”) emerge un ampio spettro di obiettivi di azione, giustamente centrati sulla digitalizzazione come strumento per potenziare le piattaforme esportative delle imprese.
Dazi, catene globali del valore e il (doppio) boomerang di Trump
L’avvicinarsi delle elezioni a medio termine sta portando Trump a enfatizzare il suo “America First” proponendo di alzare pericolosamente la soglia delle mosse protezionistiche contro le presunte “pratiche commerciali sleali”della Cina (Sezione 301 del Trade Act del 1974), con dazi che dagli attuali 50 miliardi di dollari arriverebbero a colpire quasi la metà dei circa 500 miliardi di merci importate da quel paese.
Delocalizzare è cattivo?
Con un governo e un parlamento animati di sacri ardori in difesa della “italianità” è facile scrivere leggi che scoraggiano potenziali investimenti produttivi dall'estero
La rinascita (fruttuosa) dell’Ice?
Nel luglio 2011 una incredibile improvvida legge dell’allora governo Berlusconi stabilì che l’Ice era un ente inutile e pertanto andava soppresso, dimenticando che non esiste paese industriale privo di una o più agenzie governative preposte al sostegno organizzativo e finanziario ai processi di internazionalizzazione delle imprese, particolarmente le PMI e le loro rappresentanze di categoria. Bastarono fortunatamente pochi mesi perché il nuovo governo Monti riparasse la falla facendo risorgere sotto il nuovo nome una “Agenzia Ice-Italian Trade Agency”.