Il giusto rilancio di Industria (Impresa) 4.0 nel programma del governo chiama in causa la fantasia e la competenza dei neo-ministri pentastellati allo Sviluppo economico (Stefano Patuanelli), all’Innovazione tecnologica (Paola Pisano) e all’Istruzione (Lorenzo Fieramonte) sotto la sorveglianza del ministro all’Economia Roberto Gualtieri.
Sfida hi-tech europea per le imprese italiane
“Se oggi solo 5 delle 40 più grandi imprese a livello globale sono europee allora c’è qualcosa che non va”: è l’allarme lanciato a margine del “Manifesto franco-tedesco per una politica industriale europea adatta al 21° secolo”, firmato lo scorso 19 febbraio dai ministri delle finanze e dell’economia Le Maire e Altmaier.
Più risorse al digitale per creare campioni europei
Il richiamo di Ignazio Visco al fatto che “L’Italia ha risposto con ritardo alla rivoluzione tecnologica” (Considerazioni finali, pag. 11) riflette una particolare sensibilità del Governatore, già dai tempi in cui era capo-economista dell’OCSE e in diversi libri recenti, al ruolo fondamentale degli investimenti in conoscenza e capitale umano nello sviluppo della produttività e del benessere dei paesi.
Se il manifatturiero cambia pelle la produttività torna a crescere
C’è una notizia molto interessante, in questi giorni dominati dall’euroscetticismo di alcuni e dal diffuso pessimismo sulla crescita zero del paese: da 10 anni l’industria manifatturiera italiana non è più in ritardo nella crescita della produttività rispetto a Germania e Francia.
Un’Ice dinamica al servizio delle eccellenze
Nell’intervista di Carmine Fotia di martedi scorso su questo giornale al neo presidente dell’Ice Carlo Ferro (“Useremo la blockchain per tutelare il Made in Italy”) emerge un ampio spettro di obiettivi di azione, giustamente centrati sulla digitalizzazione come strumento per potenziare le piattaforme esportative delle imprese.
Dazi, catene globali del valore e il (doppio) boomerang di Trump
L’avvicinarsi delle elezioni a medio termine sta portando Trump a enfatizzare il suo “America First” proponendo di alzare pericolosamente la soglia delle mosse protezionistiche contro le presunte “pratiche commerciali sleali”della Cina (Sezione 301 del Trade Act del 1974), con dazi che dagli attuali 50 miliardi di dollari arriverebbero a colpire quasi la metà dei circa 500 miliardi di merci importate da quel paese.
Delocalizzare è cattivo?
Con un governo e un parlamento animati di sacri ardori in difesa della “italianità” è facile scrivere leggi che scoraggiano potenziali investimenti produttivi dall'estero
La rinascita (fruttuosa) dell’Ice?
Nel luglio 2011 una incredibile improvvida legge dell’allora governo Berlusconi stabilì che l’Ice era un ente inutile e pertanto andava soppresso, dimenticando che non esiste paese industriale privo di una o più agenzie governative preposte al sostegno organizzativo e finanziario ai processi di internazionalizzazione delle imprese, particolarmente le PMI e le loro rappresentanze di categoria. Bastarono fortunatamente pochi mesi perché il nuovo governo Monti riparasse la falla facendo risorgere sotto il nuovo nome una “Agenzia Ice-Italian Trade Agency”.
Una regia per gli incentivi di Industria 4.0
Tra qualche sforbiciata alle singole voci di impegno finanziario, il nutrito pacchetto di incentivi alle imprese previsto dal programma Industria 4.0 prende corpo nella legge di bilancio 2008.
E’ l’ora dello Stato catalizzatore
“Finalmente l’Europa s’è desta” scriveva su questo giornale Adriana Cerretelli commentando il rapporto Juncker sullo stato dell’Unione. In realtà, almeno a parole, da quasi un decennio la Commissione Europea produce documenti che esortano gli Stati membri a disegnare politiche di sviluppo industriale nell’ottica di Horizon 2020, sempre più imperniate sulla digitalizzazione di industria e servizi per un rilancio dell’industria manifatturiera.