• lunedì , 30 Dicembre 2024
Il rischio stagflazione è reale, ma non sarà né profonda né duratura

Il rischio stagflazione è reale, ma non sarà né profonda né duratura

Il rialzo dell’inflazione, che in Italia a maggio ha sfiorato il 7% su base annua, mai così alta dal 1986, registra picchi inattesi (dagli Usa all’intera Euroarea) alimentando molte previsioni di una prossima recessione, causata da sfiducia delle famiglie e revisione verso il basso dei piani di investimento delle imprese: il tristemente noto spettro della stagflation, combinazione perversa di inflazione persistente e (anche pesante) recessione.

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Pandemia e slowbalization

Pandemia e slowbalization

Domanda: la pandemia, per sua definizione fenomeno globale, contribuirà a quella “de-globalizzazione” delle economie che alcuni temono o auspicano dopo la fase di “iperglobalizzazione”, che secondo diversi autorevoli studiosi (come Richard Baldwin e Dany Rodrik) si è verificata nel ventennio che va dalla metà degli anni ’80 alla Grande Recessione del 2007-08?

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Perché l’accordo asiatico RCEP è una sveglia per l’Europa

Perché l’accordo asiatico RCEP è una sveglia per l’Europa

L’accordo politico di libero scambio firmato il 15 novembre ad Hanoi (Rcep: Recipocal Comprehensive Economic Partnership) dalla Cina e dall’intero blocco delle economie dinamiche dell’Oriente (inclusi Giappone, Sud Corea, Australia e Nuova Zelanda), abbraccia 15 paesi che oggi pesano il 30% della popolazione e del Pil mondiale.

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Fondi UE per politiche industriali selettive

Fondi UE per politiche industriali selettive

La prospettiva dei fiumi di denaro europeo che dal prossimo anno si riverseranno sull’economia italiana, tra contributi a fondo perduto e prestiti rimborsabili a basso interesse, obbliga a chiederci di quale politica industriale il paese ha bisogno per uscire dalla logica dell’emergenza, la quale non incide sull’ormai trentennale drammatico rallentamento della produttività e dei redditi da lavoro.

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Il futuro del capitalismo di Stato dipenderà dalla scelta dei vertici

Il futuro del capitalismo di Stato dipenderà dalla scelta dei vertici

La necessità di un forte intervento statale per fronteggiare l’emergenza Covid ha riportato l’attenzione sui meriti e demeriti delle imprese di Stato, e più in generale sul ruolo dello Stato il quale, oltre a essere regolatore che garantisce la libera iniziativa e la concorrenza sul mercato, può essere chiamato ad agire come Stato direttamente imprenditore e partner del settore privato, allo scopo di promuovere diffusione tecnologica, sviluppo, sicurezza e inclusione sociale, in linea con le aspirazioni di una decente democrazia moderna.

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Una nuova politica industriale per avvicinare ricerca e imprese

Una nuova politica industriale per avvicinare ricerca e imprese

Uno stimolante articolo di Marco Bentivogli e Alfonso Fuggetta (Sole24Ore del 20 giugno) offre lo spunto per riprendere una riflessione critica sul Piano Industria (Impresa) 4.0, dopo quasi due anni di lento (deludente?) decollo delle sue due leve organizzative: l’ampia rete dei DIH (Digital Innovation Hubs) basata sulle rappresentanze territoriali di Confindustria e Unioncamere e la rete nazionale dei CC (Competence Centres) che fa capo a gruppi di università variamente dislocate nel paese.

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