• giovedì , 21 Novembre 2024

Alt alle polemiche sul virus, la salute non è Leghista o del Pd

di Bruno Costi

Se non per carità di patria, almeno per rispetto alle migliaia di vittime falciate dal virus, sarebbe forse opportuno che la battaglia politica abbandonasse lo scivoloso terreno della lotta alla Pandemia e che, se proprio devono, partiti di governo e di opposizione rinviassero al “dopo”, l’esercizio stucchevole del chiacchiericcio e delle polemiche strumentali sull’azione di Governo.

Cosa è accaduto? Che con un crescendo quotidiano, nelle ultime due settimane di marzo, proprio mentre il contagio da Covid 19 raggiungeva il picco, il Governatore della regione più colpita d’Italia, la Lombardia, lanciava al Governo centrale critiche e accuse, prima velatamente poi sempre più esplicitamente, denunciando ritardi, inefficienze ed errori, esiziali per la salute dei cittadini lombardi.

Le critiche e le accuse riguardavo inizialmente i ritardi nell’istituzione della Zona Rossa in Lombardia, decisione che però in base alla legge n.833 del 1978 sul federalismo sanitario, il Presidente di una regione può adottare anche in autonomia, infischiandosene del Governo, come infatti poi è avvenuto. Ma allora, se decisione autonoma doveva essere, perchè non prenderla subito?

Archiviata la questione della “zona rossa” si è passati alle polemiche sulle mascherine ed alle accuse alla Protezione Civile di inefficienza se non di incapacità nel riuscire a procurarle ed a consegnarle alle Regioni. Critica poi rafforzata dalla critica lanciata contro la burocrazia romana rea di ostacolare le aziende lombarde pronte a produrre mascherine, collaudate dal Politecnico.

Per smontare queste critiche sono bastate le repliche dell’Istituto Superiore di Sanità e le cifre del Commissario del Governo agli acquisti. Il primo ha argomentato che non basta produrre mascherine, né autocertificarle con i test di una Università, sia pure il Politecnico, per avere la certezza che i requisiti fissati dalle norme internazionali siano rispettate e che medici e infermieri siano protetti dal virus. L’Istituto è garante dei Test di sicurezza e della qualità ed efficacia dei materiali immessi in commercio di fronte agli organismi internazionali e di fronte ai cittadini ed agli operatori. Una responsabilità non delegabile, tanto più in situazioni di emergenza.

Il Commissario agli acquisti ha invece allineato pochi numeri: alla data del 31 marzo erano 258 le domande di certificazione di mascherine presentate dalle aziende e di queste il 70%, o non erano realmente mascherine o, se lo erano, è risultato che non proteggessero realmente dal virus, nonostante il pre-esame ed i test del Politecnico. Cosa sarebbe accaduto se fossero state prodotte e distribuite negli ospedali lombardi?

Nel fronte opposto, la lettera dei sindaci di alcuni importanti comuni lombardi, tutti eletti nelle liste del PD, non sono certo immuni da analoghe considerazioni .

Naturalmente nessuno, neanche negli organismi che affiancano il Governo sono esenti da responsabilità per errori, ritardi ed inefficienze. Del resto, la violenza e la rapidità con le quali il virus ha colpito il Paese hanno trovato impreparati gli assetti sanitari, nazionali e regionali, non solo dell’Italia ma di tutti i Paesi colpiti dalla Pandemia mondiale.

La risposta italiana,tuttavia, pur nelle sue carenze, per riconoscimento unanime anche dei governanti esteri, sta facendo scuola; la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha testualmente affermato che le prassi italiane stanno ispirando l’Europa ed il Royal College di Londra, istituzione medico scientifica prestigiosa, ha documentato che la prassi seguita in Italia ha permesso di salvare 45 mila vite.

Esistono tutti i presupposti perchè l’Italia faccia del modo in cui sta affrontando la pandemia il suo orgoglio scientifico ed organizzativo. Tutto è migliorabile e migliorerà. Ma quello attuale non sembra proprio il momento giusto di proporsi come primi della classe e di anteporre la supposta migliore sanità lombarda alla altrettanto supposta migliore sanità Emiliana o Toscana, solo perchè la prima è a guida leghista e la seconda a guida Pd.

Basterebbe osservare che da qualche settimana dai balconi degli italiani sono spariti flash mob o cantate- scaccia crisi per capire che le baruffe politiche non interessano alle 12 mila famiglie in lutto.

(www.clubeconomia.it del 2/4/2020)

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