QUANDO un signore che si chiama Bill Gates, che ha costruito un’ immensa fortuna con il software e ha creato un’ azienda globale come Microsoft dice: “Il futuro è l’ agricoltura”, quella che è considerata la più arcaica delle attività economiche, vuol dire che qualcosa sta cambiando. La produzione sostenibile di cibo in un pianeta la cui popolazione cresce vertiginosamente e che è minacciato dal cemento è uno dei temi centrali. Che ne incrocia altri, altrettanto rilevanti, quali la tutela del territorio e l’ occupazione, soprattutto giovanile. Ebbene, dai provvedimenti del governo sulle liberalizzazioni scopriamo che lo stato italiano possiede 338mila ettari di terreni agricoli, un’ estensione immensa in attesa da decenni di essere valorizzata. Il comune di Roma di ettari agricoli ne possiede 700. Finalmente si capisce che questi terreni di proprietà pubblica, invece di essere una improduttiva manomorta possono essere un’ opportunità di sviluppo e di occupazione. Il governo ha deciso di destinarei suoi 338mila ettari a imprenditori agricoli under 40: una scelta saggia che incrocia un’ esigenza e un cambiamento economico e socioculturale. L’ agricoltore ormai non è più, nell’ immaginario collettivo, nella percezione sociale e nella realtà un contadino. E’ un imprenditore che svolge un’ attività preziosa per la comunità, che richiede competenze e offre anche – se fatta con proprietà – adeguati ritorni economici. C’ è inoltre il bisogno di favorire un ricambio generazionale in un settore che i giovani per decenni hanno abbandonato. Un ritorno alla terra delle nuove generazioni, spesso con un diploma o una laurea in tasca è già in atto, e rafforzarlo con la messa in produzione di terreni fino ad oggi di proprietà pubblica potrebbe essere un grande acceleratore di questo processo. Roma anche in questo settore può fare la sua parte. E ottenerne la sua parte di vantaggi.
Fonte: Repubblica del 6 marzo 2012Agricoltura la risorsa da valorizzare
L'autore: Marco Panara
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