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Il difensore dei piccoli c’è non lasciatelo subito solo

Habemus anche noi Mister Pmi. Dopo mille discorsi sulle piccole e medie imprese «spina dorsale del Paese», il governo ha istituito, su suggerimento dell’ Unione Europea, la figura del garante dei Piccoli. Correttamente, in tempi di risorse scarse, si è evitato di creare un’ altra authority e si è scelto di attribuire la responsabilità a un single, Giuseppe Tripoli, apprezzato dirigente del ministero dello Sviluppo economico. Si è replicato così lo schema che aveva portato all’ individuazione di Mister Prezzi, un’ esperienza che però sfortunatamente non passerà alla storia tra quelle che hanno cambiato il volto delle pubbliche amministrazioni dell’ Occidente. Ma attenzione, se Mr Prezzi aveva come interlocutore un soggetto, i consumatori, estremamente ampio ma dotato di una rappresentanza fragile e frammentata, Mister Pmi sa che Rete Imprese Italia e la stessa Confindustria useranno con una certa frequenza il suo numero di telefono. E non solo quello. Converrà quindi al governo tradurre al più presto in dispositivo di legge la nuova figura di garanzia dotandola delle competenze e della necessaria autonomia rispetto al ministero di cui fa parte, magari tramite un emendamento al disegno di legge sullo Statuto d’ impresa che si appresta ad andare in aula a Montecitorio il prossimo 14 marzo. In secondo luogo non sarebbe una brutta idea collegare Mister Pmi con analoghe figure da individuare dentro le amministrazioni regionali, come è stato ventilato sia nel Lazio sia in Lombardia, per cucire competenze nazionali e locali. Ma ci sono ragionevoli speranze che la novità produca risultati? Per ora c’ è da guardare con attenzione al caso francese: Nicolas Sarkozy, senza aspettare la Ue, aveva da tempo creato la figura del garante dei Piccoli dandole un’ unica e robusta competenza, il controllo sui pagamenti ai fornitori da parte dello Stato e delle grandi imprese. Pare che la cosa abbia funzionato. E di conseguenza al di qua delle Alpi il garante Tripoli ha già una priorità da scrivere in agenda: recuperare i soldi che la Pubblica amministrazione deve ai Piccoli. Si sa che se il rimborso avvenisse con una botta secca le finanze pubbliche ne morirebbero ma non si può continuare a far finta che il problema non esista e a cambiar discorso. Sono state avanzate ipotesi le più fantasiose per modulare i trasferimenti, però niente ancora è successo. Forza Tripoli.

Fonte: Corriere della Sera del 2 marzo 2011

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