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Il nuovo patto tra banchieir e Confindustria per aiutare i Piccoli

Il presidente dell’ Abi, Giuseppe Mussari annuncia che a breve sarà pronto un nuovo accordo con la Confindustria per sostituire la vecchia moratoria sui debiti che scadrà a fine gennaio. E che non potrà essere replicata perché secondo la Banca d’ Italia pone «problemi tecnici» alle banche. Ovvero fa salire la quota delle partite incagliate e delle sofferenze nei bilanci aziendali. Il presidente dell’ Abi, che ha accanto il presidente della Piccola industria, Vincenzo Boccia e il direttore generale dell’ Associazione Giovanni Sabatini, torna poi sulla necessità di caratterizzare i prossimi contratti di lavoro con la previsione di una parte variabile della retribuzione legata alla produttività e nello stesso tempo suggerisce di porre un limite, ancorandoli ad un multiplo dei salari medi, agli stipendi dei supermanager, bancari e no. «Imprenditori e lavoratori devono condividere il rischio di impresa» propone dunque Mussari. I sindacati sono però sul piede di guerra contro l’ Abi e la decisione di avviare la liquidazione del fondo di solidarietà del settore del credito che ha favorito l’ uscita anticipata dal lavoro di 30 mila lavoratori negli ultimi dieci anni. «E’ troppo oneroso e i sindacati non hanno dato risposte soddisfacenti, utili ad una sua riforma» spiega l’ Abi. Mentre i sindacati, dalla Fabi alla Fisac, alzano i toni della protesta. «Un atto unilaterale ingiustificabile all’ inizio della stagione contrattuale che priva il settore di un forte ammortizzatore sociale in un momento di grave crisi economica», commenta il segretario della Fisac Cgil Agostino Megale. Intanto banche e piccole e medie industrie stanno definendo i modi per intervenire, una volta chiusa la moratoria, per sostenere, come spiega Boccia, quelle «imprese sane che presentano però ancora qualche tensione finanziaria». Si stanno in particolare studiando forme di garanzia ma anche interventi sui tassi per rendere meno oneroso l’ eventuale allungamento delle scadenze. Si potrebbe esaminare, dice Mussari, un allungamento «ragionevole» di alcuni crediti in scadenza.

Fonte: Corriere della Sera del 20 novembre 2010

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