Stanco di lavorare come manager per un’ industria farmaceutica, sei anni fa Giuseppe Giorgini si è prepensionato e, insieme a un giovane laureato bolognese con molte idee e due brevetti interessanti, ha fondato la Silicon Biosystems. In pochi anni la società ha sviluppato un’ originalissima tecnologia di analisi molecolare. Macchine e microchip già utilizzati da molti centri di ricerca in Europa e ormai anche negli Usa, per la ricerca di rare cellule tumorali nel flusso sanguigno. Diagnosi precoce del cancro ma anche altri utilizzi. L’ unità investigativa antistupro dello Stato della California, ad esempio, utilizza una versione particolare della macchina per le indagini nei casi di violenza carnale. Quella guidata da Giorgini è una delle 26 società presentate giovedì agli investitori americani del «venture capital», durante l’ «Italian Innovation Day» di New York: una curiosa manifestazione nella quale i ragazzi delle «start up» di «Mind the Bridge», l’ incubatore di San Francisco guidato da Marco Marinucci e Alberto Onetti, si sono presentati rigorosamente incravattati, come da regole del Metropolitan Club, l’ austero circolo della Fifth Avenue che ha ospitato l’ evento. Curioso ma efficace: dopo gli interventi di alcuni «big» – l’ amministratore delegato dell’ Enel Fulvio Conti che ha ribadito l’ impegno del gruppo nel nucleare «sicuro» nonostante l’ incidente di Fukushima e il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri – e di Fernando Napolitano di Booz & Company (organizzatore dell’ evento, assieme a «Mind the Bridge»), è partita la raffica delle presentazioni delle società agli operatori del mercato. Sempre troppo pochi quelli americani – un problema comune a tutte le manifestazioni italiane in questo Paese – ma più che in passato, così come più ricche sono state le presentazioni: stavolta alle «start up» si sono, infatti, aggiunte parecchie imprese medie dell’ alta tecnologia già affermate in Italia, che ormai si sono create un mercato anche in America e ora chiedono capitali per crescere ulteriormente. Tra queste, oltre alla Silicon Biosystems, che ha già aperto una sede anche a San Diego nel cuore della ricerca genetica «made in Usa», imprese come la Expert System di Modena: un’ azienda con 100 dipendenti fondata vent’ anni fa che sta crescendo molto nel campo dell’ intelligenza semantica e ha ormai uffici anche a Londra, Washington e Chicago. O come la Tecnam, un’ azienda napoletana che nel suo stabilimento di Capua produce 300 aerei leggeri l’ anno destinati per l’ 85% all’ esportazione e che ora l’ amministratore Paolo Pascale vuole far diventare addirittura un leader del mercato Usa trasformando la filiale commerciale nordamericana in una vera unità produttiva. Presente alla manifestazione anche la Rcs col suo Chief Digital Officer Alceo Rapagna che sta lavorando al nuovo premio per l’ editoria digitale che la società editrice del Corriere conferirà, in partnership con «Mind the Bridge», alla «start up» più innovativa nel campo dei nuovi media.
Fonte: Corriere della Sera del 7 maggio 2011Biotecnologie e aerei, gli italiani che conquistano Wall Street
L'autore: Massimo Gaggi
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