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New York, il primo grattacielo residenziale dopo la crisi

Oltre 300 metri di vetro e acciaio: sarà la più alta torre di appartamenti di lusso a Manhattan in costruzione – Verrà completato nel 2013.
Il nuovo progetto del grattacielo residenziale in costruzione
Oltre 300 metri di vetro e acciaio, la più alta torre di appartamenti mai costruita a New York. E la prima a essere messa in cantiere dopo il fallimento della Lehman Brothers, il crollo di Wall Street e la «grande recessione ». Nell’America che cerca faticosamente di riprendersi, le case vuote, in cerca di inquilini o acquirenti, sono milioni. E i prezzi degli immobili, dopo essere caduti a picco per due anni e aver registrato durante l’inverno qualche segnale di recupero, mostrano nuovi segni di debolezza.
Nonostante ciò, in molte zone degli Stati Uniti si ricomincia a costruire: qualche volta—come a Las Vegas o Seattle — per realizzare case più piccole e meno costose. In altri casi, come a New York, perché un immobiliarista scommette sul ritorno dei grandi investitori e pensa che Manhattan — che è un’isola e quindi ha, per forza di cose, un’offerta limitata di nuovi alloggi — sia il luogo giusto per ripartire. Gary Barnett scommette addirittura che, nonostante molti finanzieri e broker di Wall Street siano passati negli ultimi 18 mesi dallo «status » di ricchi investitori in condomini plurimilionari a quello di disoccupati, il suo nuovo grattacielo attirerà gente disposta a spendere fino a 60mila dollari al metro quadro.
La torre, progettata dall’architetto francese Christian de Portzamparc, sorgerà sulla 57esima strada all’altezza della Settima Avenue, proprio davanti alla Carnegie Hall. E sarà altra 302 metri, più della Trump World Tower che oggi detiene il record dell’edifico residenziale più alto della città. I primi venti piani saranno occupati da un hotel, un Park Hyatt. Sopra, 136 appartamenti con vista mozzafiato su Central Park.
Chi li acquisterà? Barnett, che già possiede 500 edifici a New York, mostra di avere molto coraggio. Torna a investire mentre alcuni dei suoi ultimi condomini non sono stati ancora nemmeno completati. Insomma è il primo a sperimentare le difficoltà di in un mercato nel quale, anche senza il calo dei prezzi registrato nel resto del Paese, la domanda di alloggi ristagna, mentre cresce anche il numero degli uffici sfitti. Fino a qualche tempo fa il calo degli acquisti da parte di cittadini americani era compensato dall’afflusso di investitori europei. Ma con la flessione dell’euro e la crisi greca anche questo rubinetto rischia, ora, di prosciugarsi. E allora? «Comprano soprattutto brasiliani, indiani, giapponesi e stanno arrivando anche i cinesi» raccontano in coro gli agenti immobiliari. E Barnett, che ha detto al New York Times che darà il via alla costruzione entro tre settimane, è convinto che quando gli appartamenti saranno consegnati, nel 2013, l’America sarà, ormai, in piena ripresa. Pensa, quindi, di poter vendere i suoi appartamenti a prezzi pari, se non superiori, a quelli — 600 mila dollari al metro, appunto —del condominio al numero 15 di Central Park West, nuova lussuosissima dimora di super-ricchi e di «star» come Sting: «Non siamo ancora tornati ai prezzi del 2007, ma la ripresa c’è». Un ottimismo non condiviso dalle banche che — vuoi perché già troppo esposte nel settore immobiliare, vuoi perché non credono nel progetto — non hanno dato nemmeno un dollaro al «developer» newyorkese: i finanziatori vengono tutti dal Medio Oriente, soprattutto Abu Dhabi.
E se arriva la temuta «doppia v», vale a dire una seconda recessione, come temono gli economisti meno fiduciosi sulla solidità della ripresa in atto? Barnett è deciso ad andare avanti comunque: «Solo una catastrofe può fermarmi: la gente continua a voler venire a vivere in questa città». Del resto, nella grande voragine della 57esima strada, lo scavo delle fondamenta è già stato completato. Con grande preoccupazione degli altri condomini della zona—più piccoli ma ugualmente abitati da gente ricca e potente—che temono di scomparire all’ombra della grande torre di Barnett. Che, intanto, progetta altre costruzioni, a partire da un mega-albergo (54 piani per 500 stanze) sulla 45esima strada, in zona Broadway.

Fonte: Corriere della Sera 27 maggio 2010

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