Più vertici, meno produttività, mentre Van Rompuy cerca un ruolo e tutti faticano ad essere contenti
La mano che vappare in questa foto appartiene al presidente stabile dellUe, il belga Van Rompuy, lo zio Herman per quasi tutti. E meglio non andare oltre, per non rovinare la sorpresa del suo ritorno in scena lunedì prossimo, dopo oltre un mese di assenza dai radar dellinformazione europea.
E una figura enigmatica, lo Zio Herman. Certo è intelligente e abile, nutre uno spirito poetico, ha anche un discreto senso dellumorismo che ne rende la conversazione piacevole.Il problema è che, a quasi un anno dal suo insediamento, gli manca un ruolo concreto.
Il presidente stabile dellUnione, Mister Europa per dirlo con uno slogan popolare, doveva essere per il Trattato di Lisbona luomo in grado di rappresentare al meglio tutti i Ventisette, quello che rispondeva alle telefonate di Obama.
Quando si sono resi dellimportanza che la figura avrebbe avuto in termini pratici, i leader politici hanno scelto Van Rompuy, certi che avrebbe fatto un lavoro ordinato e funzionale, ma non li avrebbe oscurati.
Zio Herman cerca da dieci mesi di far vedere che cè. Come? Convocando vertici e insediando gruppi di lavoro, moltiplicando le riunioni e dimezzando la loro produttività.
Un esempio. Lunedì e martedì ha convocato a Bruxelles i ministri dellEconomia.
Il primo giorno si riuniranno come task force Van Rompuy, con lincarico (cruciale e necessario!) di studiare il modo per rafforzare il governo economico dellEuropa, così da completare lunione monetaria.
Il secondo giorno gli stessi ministri si vedranno col cappello Ecofin per parlare più o meno delle stesse cose.
Qual è la differenza? E che il giorno prima presiede van Rompuy e il giorno dopo il leader di turno belga Reynders.
Qui lartificio diventa perversione. In genere, quando si presentano a Bruxelles si titolari del Tesoro, si convocano anche in formato Eurogruppo, aprendo la riunione solo ai rappresentati della monta unica. Tradizionalmente cè prima lEurogruppo e poi lEcofin.
Stavolta no. Prima lEcofin e poi lEurogruppo.
La decisione è stata da Zio Herman con il numero uno dellEurogruppo, il lussemburghese tignoso Jean Claude Juncker. Il quale, si racconta, soffre lo scavalcamento della task force e ha voluto avere lui lo spazio per lultima conferenza stampa, martedì pomeriggio.
Lattivismo di Van Rompuy ha generato anche un vertice straordinario dei capi di stato e di governo il 16 settembre. Gli uomini di Bruxelles hanno passato tutta la scorsa settimana a cercare di dargli un senso, visto che non cè nulla di veramente straordinario da decidere oggi. Lo dimostra anche che convocare un vertice straordinario si convoca a tambur battente e non con due mesi di anticipo (e poi si va in vacanza per sei settimane).
Detto che la Commissione è irritata perché il lavoro della task force van Rompuy che duplica lEcofin lo doveva fare lei, è facile osservare che il Trattato di Lisbona sulla carta una mossa vincente non ha ancora cominciato a dare benefici. Anzi.
Se il sonno della ragion genera i mostri, lincertezza delle regole genera le ballerine della politica, consuma il denaro dei contribuenti e, soprattutto, incrina il meraviglioso sogno di una vera integrazione europea che porti pace, sviluppo economico e uguaglianza. Suona retorico, ma questa è la vita
Il ballo dello zio Herman
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