«I bonus dei banchieri? Più alti di prima della crisi» «I banchieri due anni fa non c’ erano, ora sono tornati: occupano gli hotel più costosi»
La speculazione «è tornata a piede libero»: Giulio Tremonti, ministro dell’ Economia, parla al termine dei lavori del G7 e del Fmi, prima di riprendere l’ aereo per l’ Italia. E dice in sostanza che dopo due anni di crisi profonda le cose, quelle negative, sono tornate come prima anzi peggio di prima. «I bankers sono tornati» esordisce Tremonti chiarendo di non parlare dei banchieri italiani, ma degli esponenti di quel sistema finanziario, soprattutto «le grandi banche d’ affari», che con i suoi eccessi hanno provocato il terremoto dei mercati. «Due anni fa non c’ erano, ora sono tornati: occupano gli hotel più costosi, organizzano feste e ricevimenti» aggiunge Tremonti facendo cenno agli incontri organizzati a margine dei lavori dell’ assemblea annuale del Fmi. In termini economici tutto ciò vuol dire appunto che la «speculazione è a piede libero, i derivati circolano in misura maggiore di prima della crisi e i superbonus sono addirittura aumentati». Caduta la polvere del crollo, prosegue il ministro, si è visto «quanta confusione è stata fatta nei mesi scorsi tra crisi e ciclo economico: con l’ effetto di far intervenire i soldi pubblici per salvare le grandi banche e con esse anche la parte speculativa che avevano al loro interno». Così i «bankers sono di nuovo qui». Tremonti parla poi del «clima» decisamente meno ottimista sulla crescita mondiale emerso quest’ anno dalle analisi del Fondo (si tratta , dice, «di quella ripresa duale che avevamo segnalato già lo scorso anno») e del problema in primo piano a Washington, lo squilibrio dei cambi. Il ministro non vuole parlare delle decisioni prese venerdì sera nella cena informale dei ministri e dei governatori del G7, perché è stato convenuto, spiega, di non comunicare a riguardo. Ribadisce tuttavia l’ esigenza di trovare «l’ equilibrio tra euro forte ed esportazioni non penalizzate dall’ euro forte», e evidenzia «l’ onestà» della Cina nel resistere alle pressioni Usa per apprezzare lo Yuan. A chi ricorda al ministro l’ atteggiamento critico del passato verso Pechino, spiega che «non c’ era e non c’ è la ragione di criticare la Cina quanto piuttosto l’ Occidente che ha messo in pista un meccanismo di globalizzazione troppo rapido». I cinesi «non hanno nessuna colpa, hanno una loro logica» dice. E sull’ Italia un solo accenno finale: «Il tasso disoccupazione è sotto la media europea». E comunque l’ Italia qui a Washington, nei dati del Fmi, «è apparsa nella normalità, non ha fatto notizia e questo è una cosa buona». A rimarcare la differenza tra i bankers attaccati da Tremonti e i banchieri che fanno con impegno il proprio mestiere è stato subito l’ amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera che assieme al presidente del Consiglio di gestione Andrea Beltratti ha organizzato un ricevimento presso l’ ambasciata italiana al quale Tremonti è intervenuto. Nella crisi gli istituti, ha detto Passera, si sono comportate in maniera diversa: «Una banca come la nostra non ha creato i presupposti della crisi, ha tenuto e non ha chiesto soldi. Quindi fa molto bene, e io ho apprezzato Tremonti che lo ha fatto, chi distingue tra banchiere e banchiere». Beltratti si è soffermato sul problema dei cambi e sulla Cina: «Credo che sia poco prudente continuare ad insistere con tale forza sulla rivalutazione dello yuan: il muro contro muro non ha mai dato risultati».
Tremonti:”La speculazione è tornata a piede libero”
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