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Monete, l’alleanza del G7 contro Pechino

Il vertice coreano In vista dell’ incontro dei ministri finanziari, si tratta sul comunicato di condanna delle svalutazioni competitive
Geithner: dollaro in linea, non deve più svalutare sull’ euro. La Cina isolata nel G20,
La guerra delle monete irrompe nel vertice dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali dei Venti Paesi più ricchi del mondo che si riuniscono oggi e domani nell’ antica capitale della Corea per preparare il summit dei Capi di Stato e di governo in programma a Seul tra due settimane. È stato infatti convocato un G7 straordinario per individuare una posizione comune sui cambi da parte dei Paesi più industrializzati, da portare nella riunione plenaria dei Venti. Così da fare pressioni alle economie emergenti, Cina in testa. A cui gli Stati Uniti continuano a chiedere l’ apprezzamento dello yuan senza risultati significativi, se si toglie il recentissimo aumento di un quarto di punto dei tassi di interesse deciso da Pechino per rafforzare la sua moneta. I Sette quindi faranno gruppo a sé prima della riunione dei Venti per cercare una linea comune che ancora non c’ è e che difficilmente sarà trovata nell’ occasione. Ieri il sottosegretario al Tesoro Usa, Tim Geithner in un’ intervista al «Wall Street Journal» ha sottolineato come il dollaro non punti ad un’ ulteriore svalutazione su euro e yen, poiché le «maggiori valute sono all’ incirca allineate» e ha chiesto nuove norme per evitare che vi siano monete, vedi lo yuan, sottovalutate. In realtà Washington gioca una partita tutta sua sul piano fiscale e sulla politica dei tassi che l’ Europa – impegnata a risanare bilanci e debiti pubblici nonché a rafforzare una ripresa che certo non è favorita da un euro troppo forte – guarda a distanza. Senza contare che proprio sui negoziati con la Cina sui cambi le posizioni del G7 si differenziano, con i Paesi europei e il Canada decisamente più disponibili e favorevoli ad abbassare i toni del confronto tenuti invece aspri dagli Usa. «La Francia spinge verso un migliore coordinamento» ha detto ieri il ministro francese Christine Lagarde. Mentre il Canada ha messo a punto il documento di discussione del G7 sulle varie opzioni da seguire – si va dall’ incentivo di un ruolo più forte nel Fmi a sanzioni di tipo protezionistico – per convincere la Cina ad entrare concretamente nel programma di interventi concertati, ampliati ai cambi, deciso nel G20 di Pittsburg. Saranno discussioni difficili. Ieri mentre fra gli sherpa del G20 (i vice di ministri e governatori) circolava una bozza di comunicato finale con tanto di impegno dei Paesi «ad astenersi da svalutazioni competitive» per sostenere l’ economia Pechino comunicava la sua opposizione a citare monete e cambi nel documento conclusivo del vertice.

Fonte: Corriere della Sera del 22 ottobre 2010

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