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Bce, Trichet fa il duro e l’euro riprende quota

Italia e Spagna hanno collocato senza problemi i loro titoli pluriennali, con incrementi dei tassi giudicati positivi perché inferiori alle aspettative. L`euro si è ringalluzzito di conseguenza nei confronti delle altre valute, stimolato dall`iniezione di fiducia che sembra allontanare gli scenari peggiori, ma anche dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, tornato a messaggi da falco più che da colomba.
«L`accelerazione dell`inflazione va monitorata attentamente», ha detto il banchiere dell`Eurotower, riferendosi al ritmo di aumento dei prezzi, giunto al 2,2% in dicembre. «Vediamo pressioni nel breve – ha spiegato – e siamo sempre in allerta».
Oltretutto, «non ci siamo mai impegnati» a non toccare il costo del denaro se necessarlo.
Ci sono parecchi spunti nuovi sul tavolo di chi conduce, e analizza, le politiche economiche europee. Il primo è che il grande sforzo congiunto fra le istituzioni (rafforzamento della governance, semestre europeo e via dicendo) e le capitali (piani di risanamento per Madrid e Lisbona) ha allentato la tensione sui mercati.
Difficile sapere se e quanto durerà, però ieri sera un generalizzato sospiro di sollievo costituiva una reazione naturale.
Il Tesoro ha venduto 6 miliardi di Btp sulle scadenze 5 e 15 anni, promettendo un rendimento rispettivamente del 3,67 e 5,06%, in salita di circa due decimi; contestualmente, il differenziale dei decennali col virtuoso Bund tedesco si è ridotto di sei punti base a quota 167.
Dopo il Portogallo, anche gli spagnoli sono andati bene.
Hanno piazzato titoli quinquennali per 3 miliardi a un tasso medio salito al 4,542% dal 3,576 eppure inferiore al 5% temuto dagli analisti. Domanda più che doppia e spread calati di Il punti a 232 punti rispetto ai tedeschi.
La febbre da debito europea pare calmarsi. La proposta della Commissione di rendere più ricco il suo fondo salva-Stati (Efsf) avanza a piccolissimi passi. Ieri ha ottenuto l`appoggio del Belgio, e qualcosa di molto simile dalla Francia, per la quale «se necessario» si può fare, in modo da «dimostrare la nostra determinazione a difendere la stabilità della zona euro». Ha brontolato parecchio il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble, per il quale l`idea di Bruxelles è «superflua», visto che meno del 10% del fondo è stato impegnato. Bisogna piuttosto riflettere, ha aggiunto, «se non sia giusto, per aumentare la fiducia sui mercati, chiarire che i 750 miliardi della dote siano effettivamente disponibili». Questo, però, «non significa un allargamento del fondo». E, comunque, «Merkel e io non siamo stati contenti». Ci vorrebbe «maggiore riserbo».
Barroso, almeno, è riuscito a attivare il dibattito e a mettere tutti di fronte alle proprie responsabilità. Lo stesso ha fatto Trichet, lasciando capire di essere pronto ad aumentare i tassi, oggi fermi all`1%.
Il francese ricorda che l`incertezza sulle prospettive dell`Eurozona resta «elevata», definisce «assurda» l`ipotesi di insolvenza della Bce, invita i governi ad «avere coraggio e anticipare i cicli», poi chiude apprezzando l`idea di un Efsf «migliorato, quantitativamente e qualitativamente».
Qui è facile concedersi alle dietrologie. Un fondo che comprasse debito sovrano allenterebbe la pressione su Francoforte.Possibile, si dice.
Ma è ancora presto per fantasticarne.

Fonte: La Stampa del 14 gennaio 2011

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