Serve uno sforzo dell’ area euro per non sciupare quanto costruito con la moneta unica Giuseppe Mussari, presidente Abi Il governatore all’ Arel: l’ euro decisivo per l’ Italia La ricorrenza Il ricordo del trentennale del «divorzio» fra Tesoro e Via Nazionale deciso da Ciampi e da Beniamino Andreatta.
La costruzione europea deve diventare «ancora più resistente», ma non è la politica monetaria, la cui «credibilità va salvaguardata», a dover trovare il rimedio. Bisogna invece ripristinare e rispettare «il principio della sostenibilità delle politiche fiscali», cioè dei bilanci pubblici dei Paesi che hanno costruito l’ unione monetaria.
Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, torna così a soffermarsi sui problemi europei, col rigore richiesto a un banchiere centrale che guarda alla presidenza della Bce. E lo fa intervenendo al dibattito sul tema «l’ autonomia della politica monetaria», organizzato dall’ Arel per ricordare l’ ex ministro del Tesoro Beniamino Andreatta. E in particolare l’ avvio, nel febbraio del 1981, con una sua lettera all’ allora governatore della Banca d’ Italia Carlo Azeglio Ciampi, del cosiddetto divorzio consensuale tra le due istituzioni, che «cambiò il corso della politica monetaria in Italia». Ma non dette, secondo Draghi, gli effetti sperati dai due protagonisti sulla politica di bilancio, sull’ ammontare del fabbisogno e del debito. Così fu anche altrove e la costruzione europea ne risente ancora nonostante la presenza del Patto di stabilità che «a volte è stato annacquato o violato» perché «si è preferito piegare le regole anziché aggiustare le politiche». Bisogna allora «guardare avanti, mantenendo alta la guardia», afferma il governatore, ricordando che le istituzioni europee stanno lavorando nella giusta direzione su tre fronti: regole di coordinamento fiscale «più stringenti e meno soggette a discrezio- nalità nell’ applicazione»; un meccanismo di sorveglianza macroeconomica tra i Paesi dell’ area «che consenta gli interventi strutturali necessari a promuovere la crescita»; meccanismi «robusti» e condizionati «di gestione delle crisi». Serve, sostiene invece il presidente dell’ Abi, Giuseppe Mussari, «un intervento corale dell’ intera area euro per non sciupare quanto costruito» perché gli avvenimenti di quest’ ultimo anno «sembrano riproporre antiche fragilità in cui l’ assenza di un più stretto coordinamento delle politiche economiche nazionali ha creato situazioni di squilibrio che si sono rivelate sostenibili solo grazie alla presenza dell’ euro». Dai partecipanti al dibattito, politici e banchieri, Draghi riceve molti consensi in vista di una sua candidatura per la sostituzione di Jean-Claude Trichet alla guida dell’ Istituto di Francoforte in novembre. «L’ Italia gioca una partita di gran rilievo, che vede impegnato l’ intero Paese, pur sapendo che il passaporto in casi come questo non dovrebbe contare», dice il vicepresidente del Pd, Enrico Letta. Mentre per il presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, «quando ci sono delle persone così stimate fuori d’ Italia l’ anima si solleva». La candidatura di Draghi per Eurotower viene sostenuta anche dal ministro delle Finanze lussemburghese Luc Frieden mentre lo stesso Trichet conferma l’ abbandono del principale concorrente del governatore italiano alla carica, Axel Weber, che si è dimesso dalla presidenza della Bundesbank. Su questo fronte il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble annuncia che il governo prenderà una decisione sulla sostituzione di Weber questa settimana anche se non necessariamente oggi. Ma non commenta le notizie di stampa secondo cui la cancelliera Angela Merkel avrebbe intenzione di nominare alla guida della Banca centrale tedesca il suo consigliere economico Jens Weidmann.
Draghi: le banche centrali tengano alta la guardia. Solo così saremo credibili
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