Abbiamo venduto per anni le armi alla Libia. Adesso è possibile verificare che funzionano come da manuale di istruzioni..
I giornali belgi pubblicano con disappunto la foto di un uomo che esibisce delle cartucce esplose da mitragliette (così mi pare) trovate sula pista dell’aeroporto di La Abraq, dove si è consumato uno dei massacri libici di questi giorni. Il numero di codice afferma che sono state prodotte dalla Fn Herstal, azienda a capitale pubblico controllata dalla Regione Vallonia.
C’è chi inorridisce alla rivelazione, ma è come togliersi il prosciutto dagli occhi. Le armi si vendono tutti i giorni, quelle piccole da un dollaro che fanno saltare le gambe e richiedono decide di dollari per essere rimosse, come quelle più grosse che fanno saltare una testa da un chilometro.
Ieri l’Europa ha deciso di interrompere il commercio di armi con la Libia, o almeno così ci dicono. Potrebbero trarre le conclusioni di questo tardivo gesto e cominciare a valutare se e a chi vendere le macchine della morte. Sono anni che le diamo ai regimi turbolenti. Non fa piacere constatare che sono molto precise e funzionano come promesso dal manuale di istruzioni
La Fn ha chiuso negli ultimi anni una doppia commessa da 12 milioni di euro proprio alla Libia. I profitti vanno alla regione Vallonia dell’aspirante premier, il socialista di Rupo.Il quale, non sarà certamente contento di scoprire quello che sapeva già.
E’ assurdo chiedere all’Europa di chiudere le fabbriche di fucili e cannoni. Ma un po’ di buon senso in più, e sopratutto lungimiranza, farebbe di noi delle presone migliori.
ps L’ho già scritta, ma è passato tempo. Ho sempre adorato la frase di un grande uomo che andò in giro dal settembre ’43 al 4 giugno del ’44 con un mitra e la speranza di non usarlo, il quale mi disse, “vedi, io non ho nulla contro le pistole, però mi preoccupa l’uso che se ne può fare”.
La morte made in Europe
Commenti disabilitati.