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La paura dell’apocalisse

Riparte il dibattitto sul nucleare dopo i disastri giapponesi. E’ una buoan cosa,ma bisogna liberarsi di pregieduzi e partiti presi che diventano partiti persi

antescriptum. In sala stampa a Bruxelles se ne sentono di tutti i colori. Ma questa è per il momento la frase dell’anno. «La parola nucleare ancora evoca, non so perché, situazioni di pericolo e di rischio». Stefania Prestigiacomo, ministro dell’Ambiente, dixit. 14 marzo 2011

E’ veramente bene che sia ripartito il dibattito sull’energia e sul nucleare. Bisognerebbe cogliere l’occasione per cercare di capire senza pregiudizi che cosa vogliamo e che cosa si può fare. Le emozioni di questi giorni sono di pancia, forse in Giappone sta succedendo una apocalisse che non piacerebbe a nessuno, nemmeno agli atomisti. Serve chiarezza, serve serietà.
1.Essere sicuri che l’energia che ci permette di vivere agli standard attuali sia veramente sotto controllo. Dicono che lo faranno. E’ una buona notizia. Dobbiamo controllarsi. Miglioriamo noi con gli errori altrui.
2.E’ probabile che il nucleare sia necessario (non lo so: la mia conoscenza è solo quella di un lettore di giornali e libri, nonché economista e padre di famiglia), ma bisognerebbe fare veramente tutto quello che si può per sviluppare le energie che certamente non ci ammazzino. E chiedersi: lo stiamo veramente facendo? Il dubbio può geneare la certezza.
3.Questa storia ha svelato che in Italia il nucleare non si farà mai. Il paese è spaccato, il progetto sarà ucciso dal cambiamento di maggioranza, fra due o sette anni che sia. Quattordici regioni sono contro le centrali, alcune anche a guida centrodestra. Il referendum farà probabilmente vincere il no. Il governo è troppo distratto da questioni di pelo per difendere il progetto con convinzione. Ha creato una Agenzia per la sicurezza nucleare nell’estate del 2009, ne ha nominato i vertice un anno dopo, ma non le ha mai dato una sede. Il presidente Veronesi, oncologo super partes grosso modo, dice che si vedono al bar. La ministra Prestigiacomo ha detto lunedì che” l’agenzia non c’è”. Intendeva non funziona. Ma il lapsus è stato fantastico. Si vota fra due anni. Ce lo vedete il centrodestra spingere su un dossier che aliena consensi?
4.Il dubbio che il rifiuto del nucleare non sia una buona notizia per il nostro stile di vita, almeno nelle condizioni attuali, è fondato. E se allora tutti, ma dico tutti, pensassero a noi, ai nostri ragazzi e ai loro ragazzi, e cominciassero veramente a porsi il problema del futuro? Se l’Europa facesse una vera politica energetica comune? Se l’Italia mettesse i soldi, più che sulle quote late dei leghisti (somma minima, ma simbolica), sul sole, mare e vento che non mancano?
Questo sta accadendo è una grande occasione di confronto. In ogni crisi c’è un nuovo inizio. Non perdiamo il momento. Per due ragioni: le catastrofi che generano opportunità fanno male a troppe persone; il momento di interrogarsi e di rispondersi è adesso, cercando di mettere da parte le divisioni, le ideologie e le partire prese. In effetti il nucleare può anche non essere più pericoloso di guidare sull’Autosole fra Napoli e Milano. Solo che gli incidenti fanno molta più impressione. Ancora una volta, se non ora, quando?

Fonte: La Stampa del 14 marzo 2011

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