Primo verdetto per le prove di sforzo sul credito europeo: quattro banche di Dublino hanno bisogno di 24 miliardi.Una voragine senza fine.
Quattro grandi banche irlandesi avranno bisogno complessivamente di capitali freschi per 24 miliardi di euro. E bastato rendere più duri e puntuali gli stress test sugli istituti di credito europei, non senza resistenze a dire il vero, per scoprire che nellisola verde dove il credito ha fatto per anni i suoi comodi le cose vanno peggio del previsto.
La nuova puntata di prove di sforzo per i signori dello sportello ha condotto alla conclusione che lAllied Irish Bank avrà bisogno di nuovi capitali per 13,3 miliardi di euro, la Bank of Ireland per 5,2 miliardi, la Irish Life per 4 miliardi e lEbs Building Society per 1,5 miliardi.
Dovranno essere ricapitalizzate per evitare terremoti. Vuol dire che lIrlanda dovrà tirare fuori altri soldi. Vuol dire che la crisi non è finita. E che anche la notizia – buona – che il grosso del sistema europeo sta bene, oggi vale poco più di un bicchiere di Guinness.
Che succede?
Allied Irish Bank ed Ebs Building Society si fonderanno per dare vita a una nuova banca, nel quadro del piano di ristrutturazione del sistema bancario dell’Irlanda deciso dal governo di Dublino. E Bank of Ireland avvierà dal 2013 il processo di dismissione di asset per 30 miliardi euro.
La ristrutturazione di Irish Life & Permanent porterà “con ogni probabilità alla nazionalizzazione” della società.
E la seconda volta che le banche vengono passate ai raggi X. Come antidoto ad una nuova crisi finanziaria, lEuropa aveva già deciso di misurare la tenuta del sistema nellestate 2010, con risultati che la cronaca ha rivelato essere discutibili. Allora furono scannerizzati i conti di 91 aziende, di cui sette furono giudicate inadeguate: cinque casse spagnole (Diada, Cajasur, Espiga, Unnim e Banca Civica), la greca Ata Bank e la tedesca Hypo Real Estate. Nessun problema per le cinque aziende italiane, ma il guaio fu che due irlandesi ora in grave difficoltà furono esaminate e promosse, la Allied Irish e la Bank of Ireland. Seguirono accuse contro leccessiva morbidezza dei controlli e la natura troppo politica delle valutazioni.
Adesso i criteri sono stati stringenti. I risultati, per quanto dolorosi, seminano comunque la speranza che questa possa essere l’ultima volta.
A secco le banche irlandesi
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