Tremonti: la produzione dipende da loro. «Non credo al rischio contagio» Tassi greci al record Rendimenti greci al record storico di 13,6% sui titoli a scadenza decennale.
«Siamo persone serie, gli italiani sono seri» e si vede dalle cifre fornite dal Fondo monetario. Il ministro dell’ Economia, Giulio Tremonti, mostra tre fogli presi dal Fiscal Monitor del Fmi da cui emerge come il debito italiano, pur alto, sia cresciuto meno di quello degli altri grandi Paesi e come richieda aggiustamenti più piccoli per ritrovare l’ equilibrio nel lungo termine. Da qui, da Washington dove i ministri e i governatori dei venti Paesi più ricchi del mondo si sono riuniti per cercare di assicurare in maniera concordata una crescita «equilibrata, forte e sostenibile» per tutti, «le cose si vedono più chiaramente» aggiunge Tremonti. E cioè si vede che l’ Italia «è messa meglio di altri Paesi». Se al nostro posto ci fossero stati quei «chiacchieroni e pasticcioni», che ora «vorrebbero fare le cicale» senza accorgersi di quanto la situazione sia complicata e quanto siano stati gravi i rischi corsi, «allora sì che saremmo finiti male», insiste il ministro. Che non dice di più, non identifica coloro che definisce anche «polemisti» e «pessimisti» anche se, nelle sue osservazioni, può cogliersi il contrattacco alle critiche dell’ opposizione e più ancora degli imprenditori, Luca Cordero di Montezemolo in testa, che lo ha accusato due giorni fa di fare dell’ ironia fuori luogo sulla situazione economica che è grave e seria. La stoccata, del resto, arriva puntuale. I numeri dell’ Italia, «da molti attesi per il peggio, non sono così negativi» su occupazione e su produzione, «che dipende però anche dagli industriali», i quali dovrebbero quindi agire con più decisione, afferma Tremonti facendo una pausa significativa, Certo aggiunge, i problemi ci sono e sono anche difficili. Ed è chiaro che «dobbiamo fare di più. Ma lo stiamo facendo e lo vogliamo fare». Siamo insomma, insiste ancora il ministro «persone serie e, come ci dicono anche nelle sedi internazionali, possiamo andare avanti con tranquillità». Tremonti, che a Washington si ritaglia il tempo per tenere una lezione agli studenti della Georgetown University, torna quindi sul debito: «Per ridurlo hai due strade: ridurre la spesa pubblica e crescere di più. Ma occorre ridurre la spesa. Se pensi di alzare le tasse, sei in corsia di sorpasso dalla parte sbagliata». Il ministro parla quindi delle tensioni sui mercati europei causati dall’ aggravarsi delle crisi dei debiti sovrani di Grecia, ma anche di Irlanda e Portogallo. Ieri i rendimenti sul debito greco a dieci anni hanno toccato un record di 13,6%. A Washington i problemi di Eurolandia sono stati additati come uno dei fattori più importanti per la stabilità. Anche se tutti i leader, affiancati dal Fondo monetario, si sono affrettati a rassicurare. Il leader italiano non è da meno nelle rassicurazioni. «Non c’ è rischio di contagio» dice spazzando via i timori di un’ eventuale scossa in altri Paesi, Spagna e Italia in testa. «Le cause delle crisi sono diverse: in Grecia le difficoltà sono complessive, di tenuta del bilancio. In Irlanda la crisi è finanziaria, molto bancaria, più sistemica e meno domestica di quella di Atene. Il Portogallo riflette una situazione diversa, comunque più simile alla greca» afferma quindi Tremonti. Quanto alla Spagna, «ha reagito bene e ha attivato le riforme, staccandosi così dall’ area di rischio potenziale». In ogni caso, spiega il ministro, le emissioni di Bond in Europa sono viste dal mercato «come un insieme». E l’ impressione in campo internazionale è quindi che vi siano dei problemi nei Paesi periferici ma che il blocco dell’ Europa tenga bene, «senza rischi di contagio».
“L’Italia meglio di altri, tocca alle imprese”
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