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Il Fmi vuole garanzie da Atene

A rischio aiuti per 4 miliardi.Gli «indignati» in piazza per il secondo giorno.I dodici mesi.Il nodo del limite dei 12 mesi per i finanziamenti del Fondo monetario internazionale.Il dossier Grecia a Deauville non è stato ufficialmente aperto, ha detto il presidente della Ue, Herman Van Rompuy prima dell’ inizio del vertice fra i capi di Stato e di governo del G8. Ma le preoccupazioni per le sorti del debito di Atene sono ugualmente entrate nelle discussioni fra i Grandi riuniti nella cittadina balneare della Normandia a nord di Parigi. In particolare in quella sull’ analisi dell’ andamento dell’ economia mondiale, in cui è stato esaminato su iniziativa del presidente Usa Barak Obama anche il rapporto tra dollaro ed euro. Quell’ euro che ieri proprio sull’ onda di un ritorno di voci sulla possibile uscita della Grecia dalla moneta unica ha tenuto ma tornando in altalena e scivolando fin sotto la soglia di 1,41 dollari. Mentre le Borse del Vecchio continente, sotto pressione, hanno chiuso in flessione. «Faremo di tutto per evitare il fallimento della Grecia»: hanno rassicurato a Deauville Van Rompuy, e il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso negando seccamente l’ ipotesi di un ritorno di Atene alla dracma. «Spiegheremo ai Capi di Stato e di Governo che cosa sta avvenendo e risponderemo alle questioni che saranno sollevate», ha aggiunto Van Rompuy esprimendo fiducia sulla possibilità che il governo di Atene prenda «tutte le misure e faccia tutte le riforme necessarie per rispettare gli obiettivi di bilancio». Dal Fmi è arrivato però, proprio ieri, un brusco altolà che rischia di aggravare la situazione e le prospettive della Grecia: l’ organismo di Washington ha fatto trapelare infatti le perplessità sulla concessione della prossima tranche di prestiti alla Grecia per un ammontare di 4 miliardi di euro, fondamentale per onorare le scadenze di giugno ed evitare il default del paese. Si tratta dei prestiti erogati insieme alla Ue (che entro giugno dovrebbe sborsare 8 miliardi) nell’ ambito del piano da 110 miliardi varato un anno fa. A lanciare l’ allarme sul possibile ritiro del Fondo, prima della conferma arrivata da Washington, è stato il presidente dell’ Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, che si è detto pessimista sull’ esito della missione di Commissione Ue, Bce ed Fmi attualmente in corso ad Atene: ‘ «In base al suo statuto il Fondo può concedere un finanziamento solo a fronte di garanzie su un periodo non inferiore ai 12 mesi. E penso che si arriverà alla conclusione che queste garanzie non ci sono» ha spiegato Juncker. Ed in effetti la portavoce del Fmi, Caroline Atkinson, subito dopo ha precisato che il Fondo «concede finanziamenti dopo aver concordato con il Paese interessato le necessarie misure di risanamento e dopo aver constatato che sono disponibili anche altre fonti di finanziamento. Solo in questo modo possiamo salvaguardare i soldi dei nostri membri». Intanto però ad Atene, migliaia di manifestanti si sono radunati per il secondo giorno consecutivo in piazza Syntagma davanti alla sede del Parlamento greco per protestare contro la politica di austerità del governo ellenico. Sono gli “indignati” greci che protestano, convocati attraverso Facebook, che protestano sul modello del movimento spagnolo che ha occupato per una settimana la Puerta del Sol di Madrid.

Fonte: Corriere della Sera del 27 maggio 2011

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