L’ insipienza comunicativa dei politici pesa sulla nostra immagine all’ estero.
Borsa di Wall Street in ripresa e mezzi busti televisivi rasserenati:l’America tira un sospiro di sollievo per l’ accordo che allontana un collasso europeo assai temuto anche negli Stati Uniti. Ma qui ieri l’ immagine dell’ Italia non era quella del Paese che prende nuovi impegni e si rimbocca le maniche dopo le umiliazioni (Merkel-Sarkozy) del fine settimana. Foto, titoli e filmati, dal conservatore New York Post alla tv progressista Msnbc passando per Cnn e Huffington Post , sono per la rissa a Montecitorio tra leghisti e deputati dell’ area Fini dopo le parole del presidente della Camera sulla pensione «baby» della moglie di Bossi. Digitando ieri la parola «Italian» nella versione inglese di Google News, la prima voce che veniva fuori era «Italian Parliament Fight». Straordinario autogol mediatico a testata multipla: acqua al mulino di chi sostiene che l’ Italia non è un Paese serio e sarcasmo fuorviante su uno Stato nel quale sembra che si possa ancora andare in pensione a 39 anni. Episodio che, inciviltà a parte, è solo l’ ultimo tassello di una prassi politica che all’ incapacità di governare unisce una straordinaria insipienza comunicativa. In un’ era in cui l’ economia collassa per il diffondersi di una contagiosa sfiducia, la nostra classe dirigente, oltre a varare le misure necessarie, dovrebbe cercare di cancellare l’ immagine di «Paese da operetta» che da troppo tempo abbiamo attaccata addosso, mettendo in luce il poco o molto che è stato fatto. Un premier debole nella gestione della cosa pubblica ma gran comunicatore doveva servire anche a questo. E invece, dopo anni di continuo calo dell’ attenzione internazionale per un Paese che pesa sempre meno, da almeno un anno essere italiani a New York è tornato a essere un fatto rilevante nei pranzi con gli americani, come negli eventi sociali cosmopoliti e perfino nelle conversazioni coi tassisti nigeriani o armeni. Ma, purtroppo, per i motivi sbagliati: prima il «bunga bunga», poi l’ «Italia che è come la Grecia e ci porterà tutti a fondo». Non sono solo chiacchiere da bar, rilievi di gente che non si informa con troppa cura. Che la Spagna sia più seria dell’ Italia perché ha messo in Costituzione l’ azzeramento del deficit è cosa che ti senti ripetere tanto dal gestore di fondi obbligazionari quanto nella conference call con la quale Standard&Poor spiega il downgrading del nostro Paese. Nessuno sa che le norme già varate dall’ Italia sono ben più severe, anche se non sono in Costituzione, né che quelle spagnole entreranno in vigore solo tra diversi anni e sono piene di eccezioni. Nessuno glielo ha spiegato: nei dibattiti, nelle conferenze internazionali, da Davos in giù, gli italiani latitano. Non sanno esprimersi in inglese o considerano fare comunicazione all’ estero tempo rubato alle trame domestiche. Così quando spieghi al tuo commensale che sulle pensioni l’ Italia è severa almeno quanto la Germania, ti prendono per matto.
Gli autogol mediatici di un Paese senza voce
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