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L’Ue fa la dura con Kiev

Non avanza l’accordo di associazione. Protesta contro il regime di Viktor Ianukovich. E che dire di Mosca?
L’Unione europea ha deciso di non firmare l’accordo di associazione con l’Ucraina, un passo importante e pronto da tempo. Lo ha fatto per protesta contro il regime di Viktor Ianukovich e quelle che ritiene essere le continue violazione dei diritti elementari di cui ritiene sia stato protagonista. Il principale problema è il processo alla leader dell’opposizione ucraina, Iulia Timoshenko, dietro il quale l’Unione europea delle motivazioni politiche. Non è una porta chiusa, ma il tentativo di dura pressione. Secondo il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, “possiamo dichiarare completate le trattative per l’accordo di associazione. Speriamo che sia possibile firmarlo al più presto, ma questo dipenderà dalle circostanze politiche”.
L’eroina della Rivoluzione arancione filo-occidentale del 2004 è stata condannata in primo grado a sette anni di reclusione per abuso di potere per un controverso contratto per le forniture di gas siglato con Mosca nel 2009, quando era premier. Secondo l’accusa, l’intesa tra Kiev e Mosca, mettendo fine a una guerra del gas di due settimane che aveva lasciato al freddo mezza Europa, era stato raggiunto a un prezzo svantaggioso per l’Ucrainae senza il consenso del governo. Bruxelles ritiene che il processo non sia stato giusto e obiettivo.
Proprio in queste ore Kiev sta cercando di ottenere una tariffa più bassa per le importazioni di metano e negozia con la Russia per una revisione del contratto siglato dalla Timoshenko. Una delegazione è partita per Mosca ieri, si sospetta per far pressione su Bruxelles prospettando l’alternativa di un avvicinamento a Mosca.
Al di là del caso specifico, Van Rompuy fa bene a essere duro con Ianukovich, leader di dubbia moralità e vicino di casa poco affidabile. Ciò non toglie che la partita sia complessa, perché anche una Ucraina filo russa sarebbe una pessima notizia. Occorrono nervi saldi. Deve giocare di fino, il fiammingo, e con lui l’Europa. La quale, però, ostenta una politica estera a corrente alternata, dura con Kiev e troppo accomodante con Mosca. Le vere potenze non hanno pura di nessuno.
Ma l’Ue deve ancora dimostrare di essere vera potenza.

Fonte: La Stampa del 20 dicembre 2011

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