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La prossima pedina sarà il Portogallo

I portoghesi hanno inventato il fado prendendolo dalle melanconiche cantilene arabe. E melanconia si respira anche nelle più eleganti strade di Lisbona,come Avenida de la Libertate, Plaça do Commercio, Rua Augusta.La troika è arrivata nella capitale e sta spulciando i conti portoghesi. Il maggio scorso, Ue e Imf concessero un prestito di 78 miliardi di euro che sarebbe dovuto essere «risolutivo», secondo i comunicati esultanti dell’epoca; governo e parlamento hanno applicato a puntino,e a menadito le richieste previste nell’accordo con cui si concludeva il prestito. Allora, il rapporto tra stock di debito e Pil del Portogallo era il 107% e sarebbe bastato poco, si pensava, per portarlo ‘in sicurezza’ (ossia al di sotto del 90%). Oggi le previsioni per 2012 dicono che sta per superare il 110%, e quelle per il 2013 parlano di «almeno» il 18%. Si sono sbagliati i medici, o il paziente era più grave di quanto si pensasse? Oppure, ancora, ha fatto il birichino (come la Grecia per 10 anni) fingendo di prendere le medicine e di tenere una dieta rigorosa, mentre buttava le prime e si rimpinzava segretamente?
Dopo il prestito del maggio scorso, è stato chiamato un governo con una maggiore caratura tecnica. Victor Gaspar,alla guida dell’economia e delle finanze, è un economista reputato a livello internazionale; è stato direttore del Servizio studi della Bce. Ha ridotto di un terzo il disavanzo di bilancio, aumentando il carico tributario e congelando – e in certi casi riducendo – gli stipendi nel pubblico impiego. La Confindustria e i sindacati hanno raggiunto un acconto per contenere salari e stipendi nel privato. Ora sta estendendo la medicina alle pensioni con una nuovi riforma che dovrebbe fare cassa immediata, inducendo a restare più a lungo al lavoro. Ha avuto applausi dai suoi excolleghi della Bce e del Fondo monetario. Tuttavia, gli effetti collaterali della cura non hanno sinora facilitato le cose: il Pil ha subìto una contrazione dell’1,5% nel 2011, se ne prevede una del 3% per il 2012. Gaspar afferma che, grazie alle leggi di stabilità da lui proposte, dal 2014 l’economia crescerà almeno del 2% l’anno. I suoi colleghi delle università di Lisbona e Coimbra sono scettici.Pedro Lains della facoltà di Economia di Lisbona, ad esempio,propone una terapia alternativa: una ristrutturazione del debito (se necessario con insolvenza nei confronti dei creditori ‘che non ci stanno’), e una politica economica di crescita. Per la troika, tale alternativa è un anatema. Il nodo di fondo è che il Portogallo non cresce da quando è entrato nell’eurozona. Francesco Giavazzi e Luigi Spaventa hanno dimostrato circa un anno fa che da allora il Paese ha avuto crescenti problemi di bilancia dei pagamenti, che hanno causato un aumento rapido del credito totale interno che ha generato bolle (come quella immobiliare), ma non sviluppo. I portoghesi hanno cercato di orientare il credito interno e i fondi strutturali europei verso il ‘loro’ Mezzogiorno, il Nord. I risultati ancora non si vedono (e chissà se si vedranno mai), a ragione della povera dotazione dell’area in risorse naturali ed umane. Da questa vicenda, c’è qualcosa da apprendere anche per l’Italia.

Fonte: Avvenire del 19 febbraio 2012

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