«Li voglio tutti davanti, tutti insieme devono spiegarsi», tuona Guy Verhofstadt. Lex premier belga, che ora guida il gruppo liberale a Strasburgo, ha convinto lEuroparlamento (di concerto coi Socialisti & Democratici) a inscenare un processo allEurozona che si muove e decide senza il coraggio e limpeto richiesti dai rischi e dalla crisi. Mercoledì pomeriggio ci si aspetta che una maggioranza dellassemblea Ue metta le capitali sotto accusa, contesti la troppa austerità e la poca crescita, poi denunci il trucco banale – nonchè inutile – del finto aumento del fondo salvastati (Esm). I mercati sono tornati ad attaccare lEurozona anche per questo. Gli eurodeputati sono persuasi che i leader dellUnione abbiano parecchie colpe. E ora lo vogliono dire.
E un modo per dare la sveglia dopo una settimana di turbolenze pesanti quanto annunciate, e alla vigilia di una nuova ottava problematica. La speculazione ha rialzato la testa e sè scatenata contro i più fragili, la Spagna e lItalia. Entrambi rischiano sbandamenti causa troppo sforzo sulla via del rigore, entrambi potrebbero non centrare gli obiettivi per colpa della poca crescita e delle tensioni, non solo sociali, che la recessione genera in automatico. La fatica di due premier assia diversi, Mariano Rajoy e Mario Monti, è comprensibile, tanto che fonti di Bruxelles suggeriscono che «non sarebbe un problema se lUe avesse fatto il suo dovere e avesse le spalle abbastanza larghe». Invece niente. Il muro parafiamme è ancora basso, il piano concordato per il rilancio delleconomia è una macedonia di scelte nazionali,il processo di regolamentazione della finanza va a rilento.
Gli eurodeputati hanno invitato a Strasburgo anche il presidente della Bce, Mario Draghi, e il numero uno dellEurogruppo, Jean-Claude Juncker. Entrambi i nomi, però, sono per ora sulla lista degli invitati e non su quella dei presenti. La banca centrale, fra laltro, proprio mercoledì tiene la riunione del board. Il cerino accesso della crisi dellEurozona finirà per cento a Commissione e Consiglio, a Barroso come a Van Rompuy, e a Strasburgo cè chi pensa anche a sfiduciare lesecutivo, che pure è quella che ha meno colpe. Si deputati cercano il gesto plateale per convincere i leader Ue – un paio in particolare – a un maggiore coraggio.
Anche a sinistra, dove si attende con un misto di scaramanzia e ottimismo la vittoria del socialista Hollande per lEliseo, cè consapevolezza che dopo il voto transalpino i mercati potrebbero attaccare la Francia. Maggio potrebbe essere un mese difficile, se Spagna e Italia dovessero essere tirate dentro una nuova tempesta a colpi di aumento di spread, micidiali per gli effetti sul servizio del debito. «LEuropa deve far vedere che oltre allausterità, lavora per la crescita», avverte leurodeputato Pd, Roberto Gualtieri. E ciò che ha in mente Hollande, ma che la Germania (chiamata ad approvare il Fiscal Compact il 25 maggio) non condivide. LEuropa dovrebbe dare un segno sullEsm, che in tasca ha solo 500 miliardi di euro, contro i mille (di dollari) annunciati. «Un finto fondo», assicura Verhofstadt, che semina nel deserto, visto che persino il Fmi corre verso una ricapitalizzazione scarsa. I conti non tornano, è austerità senza sviluppo, cè poco da far festa. A meno di non essere trader di una grande banca daffari.
Chi salverà l’Eurozona
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